Accade da noi Civica Mente

Assemblea in democrazia

Giulia Saccon e Leonardo Barato, redazione 


Per la prima volta quest’anno le assemblee di Istituto di gennaio sono state organizzate secondo un principio tematico. . Ogni classe ha scelto un argomento su cui preferiva discutere, per far sì che ognuno potesse far sentire la sua voce.
Le assemblee si sono aperte con un “brainstorming- online”, in cui ogni studente poteva accedere dal proprio cellulare al sito menti.com e inserire la prima parola che gli venisse in mente riguardo al tema stabilito. Dalle nostre stesse parole, a quel punto, ha preso il via il dibattito. Abbiamo selezionato per voi due delle quattro tematiche affrontate.

GIOVANI E POLITICA

Cosa intendete quando definite la politica incoerente?

“Incoerente” è uno degli aggettivi che più è stato associato al termine “politica” nell’esperimento su menti.com. Sotto accusa, secondo la maggior parte dei partecipanti, sono i magri o inesistenti tentativi dei politici di mantenere quanto promesso in campagna elettorale.

Secondo altri, è ancora troppo presto per cogliere i frutti dell’azione di governo. 

«Non tanto facendo riferimento alle azioni vere e proprie, per quelle il tempo non dipende da nessuno. Ma ci avevano garantito un impegno che chiaramente in parlamento non c’è, basti vedere le presenze dei parlamentari»

Seguiamo tutti le attività dei nostri parlamentari? 

Dagli interventi, la maggior parte di noi è informata principalmente di ciò che viene trasmesso in televisione, ma è raro che ci si informi di propria iniziativa. 

«se non mi piace un politico è come se lo scartassi a priori, non vado a informarmi sulle sue attività. Soprattutto se non è del mio stesso orientamento politico»

E perché la maggior parte dei giovani non si interessa di politica?

Diverse voci, a cui è andato il plauso dei più, hanno concordato sul fatto che la maggior parte dei giovani non si sente rappresentata da nessun esponente in politica, come se il disinteresse fosse un sinonimo di resa. 

Si è parlato poi di consapevole ignoranza:

«Se non siamo effettivamente informati, infatti, non sappiamo cosa propongono i vari politici, e se possiamo essere d’accordo o in disaccordo con le loro proposte. Noi adolescenti siamo circondati da mezzi per informarci, e di sicuro non è difficile trovare informazioni in un ambito come quello della politica»

La scuola dovrebbe fare qualcosa a tal proposito?

Quasi nell’immediato si è citata Educazione civica, disciplina considerata quasi da tutti un obbligo piuttosto sgradevole.

Se il suo senso è quello di renderci dei cittadini capaci di camminare con le nostre gambe una volta usciti dalla scuola, potremmo sfruttare le ore che ci sono state imposte nel modo giusto, ritagliando dello spazio anche per la formazione politica. Una formazione che non andrebbe subita passivamente, ma essere ricercata da noi in primis e riconosciuta come un diritto.

«Il confine tra insegnare la politica e fare propaganda è troppo sottile Non tutti i professori secondo me sono in grado di farlo.»

Ben presto, però, si è arrivati a concordare che sia praticamente impossibile parlare di politica a scuola senza far trasparire le proprie idee. Sarebbe giusto utilizzare le ore di educazione civica per questo fine. I professori dovrebbero limitarsi a darci un quadro della società e della situazione politica e fornirci gli strumenti necessari per confrontarci con esso. È davvero impossibile farlo, senza fare propaganda?

Da questo presupposto, l’informazione al di fuori della scuola risulterebbe molto più efficace.

«Tutti si sono sempre formati sulla politica al di fuori della scuola in tantissimi, lo si fa anche con un semplice dibattito in cui si condividono e si discutono le proprie idee. Questo in classe non lo si può fare, nessuno si permetterebbe di ribattere a un professore e non ci sarebbe uno scambio di idee».

 

SCUOLA COME LUOGO DI RELAZIONI: QUALI SPAZI VOGLIAMO NOI STUDENTI

Come si può rendere, secondo voi, la scuola un posto migliore? 

Appena posta, questa domanda ci ha messo subito in difficoltà. Se sapessimo la risposta, cosa ci avrebbe impedito di concretizzarla prima?

Dalle risposte dei nostri compagni, rendere la scuola un posto migliore non richiede nulla di pratico, molte voci affermano che il primo passo è quello di migliorare le relazioni, sia tra studenti che con i professori. 

«Io, come penso dovremmo fare tutti, cerco sempre di essere empatica, che è la chiave per una convivenza felice.»  

Tra compagni non dovremmo remarci contro. Non si devono instaurare per forza rapporti di amicizia, l’importante è convivere serenamente e aiutarsi quando ce n’è bisogno. Per non danneggiarsi spesso basta stare attenti a non dire anche solo una parola di troppo. Le parole possono cambiare il modo in cui qualcuno vive la scuola. 

E per quanto riguarda le relazioni con i professori?

Riuscire a stabilire un buon rapporto con i nostri professori sarebbe un passo fondamentale per rendere piacevole il tempo passato a scuola. Per farlo, molti concordano, la chiave è il dialogo. Ma come riuscire a instaurare un dialogo con i nostri professori?

C’è chi propone degli spazi da ritagliare durante le ore da dedicare puramente al dialogo, sia da parte dei professori sia da parte di noi studenti.

Secondo altri, non è una problema di tempo, possono bastare anche pochi minuti all’inizio o alla fine dell’ora per ascoltarsi a vicenda e stabilire un patto “educativo/collaborativo” che entrambe le parti promettono di rispettare. 

Cosa cambieresti nella nostra scuola?

Tra le prime proposte, senza stupore, è emersa quella di un maggior numero di uscite didattiche. 

Sappiamo che le gite sono l’evento amato per eccellenza dagli studenti, non solo perché rappresentano un momento di svago, ma anche perché sono  l’occasione di passare del tempo con quei compagni che non si è abituati a frequentare al di fuori della scuola.  

Inoltre, rapportarsi con i professori al di fuori delle mura scolastiche, è un momento per vederli sotto una luce diversa, che può giovare anche al momento del ritorno tra i banchi. 

Un’altra proposta è una maggior comunicazione tra i vari indirizzi, soprattutto per il classico e il linguistico che si trovanoi nella stessa sede. Studiando materie diverse, immaginiamo sia difficile conciliare gli impegni. Delle occasioni per incontrarsi le si possono trovare,però, durante le autogestioni o durante le uscite non strettamente legate alle materie di indirizzo. 

Che spazi scolastici vorresti vivere di più?

La palestra è stata l’opzione più gettonata, e in particolar modo ci sentiamo di sollecitarlo proprio quest’anno in cui abbiamo dovuto cederla per diversi mesi. 

Ci piacerebbe passare più tempo in palestra, non per forza dedicandoci ad attività sportive, ma organizzando attività di diverso tipo nei giorni di autogestione.

Da quest’anno ci è vietato andare in giardino, e questa è forse è la restrizione che più ci pesa. Durante le belle giornate, anche solo una camminata alla luce del sole aiuta a “liberare la mente” e a distrarci nei minuti di ricreazione. 

 

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