Sappiamo tutti che in ogni Paese ci sono sistemi scolastici radicalmente diversi, a partire dagli usi e costumi fino a ciò che succede in classe tra gli studenti e i loro docenti. In questo articolo analizzerò il sistema scolastico in Cina, evidenziando analogie e differenze con quello italiano.
Grazie ai social, alla televisione e alle varie notizie che circolano su internet, siamo tutti a conoscenza del fatto che per ogni Paese ci siano culture, lingue e abitudini diverse: tra questi elementi troviamo anche la scuola, che si differenzia in tutti gli Stati del mondo in modi differenti ed unici. Il sistema su cui voglio soffermarmi in questo articolo, è nello specifico quello cinese, che è radicalmente diverso da quello che un occidentale potrebbe aspettarsi.
Uno degli aspetti per cui l’istituzione scolastica cinese è simile, seppur con delle variazioni, a quella italiana è la suddivisione degli anni di scuola che è molto vicina a quella del nostro Paese: l’istruzione pre-scolastica non è obbligatoria e va dai 4 anni d’età ai 6; la primaria va dai 6 ai 12 anni; la scuola secondaria inferiore, ossia di primo grado per noi italiani, si frequenta dai 12 ai 15 anni; la scuola secondaria superiore facoltativa dai 15 ai 18 e infine si può frequentare l’università in scuole pubbliche, private e in accademie professionali o tecniche.
Per quanto riguarda la disposizione dell’anno scolastico e delle feste, vi sono maggiori differenze rispetto al nostro, dato che la scuola inizia il primo settembre, si interrompe per quasi tutto il mese di febbraio per il Capodanno cinese e le feste, per poi ricominciare dal primo marzo fino al termine di giugno, lasciando liberi agli studenti luglio e agosto per le vacanze estive. Generalmente la settimana scolastica va dal lunedì al venerdì, la scansione oraria, che vale per quasi tutte le scuole, è la seguente: dalle 7.30 alle 8.00 si pratica il dàijí (太极), più conosciuto in Occidente con il nome di tai chi. Da quell’orario iniziano le lezioni che verso l’ora di pranzo si interrompono per il pasto, in seguito riprendono e terminano verso le 17.30.
La maggior parte delle scuole offrono la possibilità di prendere parte ad attività extracurricolari come lo studio assistito, in cui i ragazzi si fermano a scuola fino alle 21.00 per studiare sorvegliati dai professori, le ripetizioni o i corsi di musica, in cui spesso gli studenti imparano a suonare il pianoforte o il violino, con cui possono anche partecipare a competizioni interscolastiche. Si possono anche praticare varie discipline sportive, che non sono viste di buon occhio non solo perché si tiene in allenamento il corpo, ma anche perché, attraverso lo sport, si insegna la disciplina, il rigore, il rispetto per gli altri e per le regole.
Per quanto riguarda le prove ufficiali, il primo vero e proprio esame che i ragazzi cinesi sostengono è il zhōngkǎo (中考), ossia il nostro esame di terza media, che gli studenti devono affrontare proprio per entrare alla scuola superiore. Il risultato di questa prova determina la fascia di prestigio della scuola futura che si andrà a frequentare, che può offrire un’istruzione di stampo più teorico per una preparazione mirata ad un futuro ingresso alle università o alle accademie professionali, o una formazione più incentrata sulla pratica che serve per un immediato ingresso nel campo lavorativo dopo le scuole superiori.
Dopo aver affrontato anche gli anni delle superiori, gli studenti devono affrontare l’ultimo esame, quello di ammissione all’università: il gāokǎo (高考) infatti è l’esame più difficile di tutti perché, anche per questa prova, più è alto il punteggio d’uscita dello studente, più possibilità ci sono di entrare in un’università pubblica rinomata e di conseguenza, avere accesso ad un’istruzione più di qualità.
Adesso, chiarito il percorso dello studente medio cinese, voglio soffermarmi su qualche curiosità, secondo me molto interessanti. Per esempio, un simbolo particolarmente ricorrente nella cultura cinese è il fiore rosso, utilizzato in vari contesti ma anche in quello scolastico per cui gli insegnanti, soprattutto durante gli anni delle elementari e delle medie, assegnano a ciascuno studente un fiore rosso di merito in base, per esempio, alla partecipazione durante la lezione. Nelle aule in Cina, sono comuni i cartelloni con tutti i nomi degli alunni di una determinata classe e per ognuno vi sono assegnati questi fiori rossi, accumulati durante tutto l’anno.
Scommetto anche che tutti sappiano del Capodanno cinese, ebbene, un’altra tradizione di questo Paese è quella per cui le classi vengono addobbate per celebrarlo in genere con decorazioni inerenti l’animale che identifica l’anno secondo il calendario lunare cinese. Per esempio, quest’anno si festeggia l’anno del drago perciò gli addobbi ricorderanno questa creatura. Questi ornamenti festivi ricorrono anche nelle case e nei luoghi pubblici, per ricordare sempre le basi su cui si fonda il Capodanno cinese, ossia la fortuna e la ricchezza.
In conclusione, questo sistema scolastico cinese è così diverso da quello italiano?
Per certi aspetti, ci sono molti punti in comune, pensiamo semplicemente alla scansione oraria della mattinata di lezione e alle attività formative che le scuole offrono durante il pomeriggio. Di diverso, invece, si può considerare l’importanza delle valutazioni degli esami finali che vanno ad influire pesantemente sul percorso di istruzione, e di conseguenza anche sulla carriera che un ragazzo potrà seguire in futuro; in Italia, invece, l’esito dell’esame di terza media e il consiglio degli insegnanti non è così vincolante rispetto alla scelta degli studi e si lascia libera scelta allo studente e alla sua famiglia Inoltre in Cina gli studenti vengono incentivati molto di più alla competitività nelle varie materie d’istituto, attraverso l’organizzazione di campionati, per esempio di matematica, che hanno una grande rilevanza.
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