Accade da noi

La scuola si cambia d’abito

Sabato 21 dicembre 2013 la sede classica del Franchetti ha concluso la prima parte dell’anno scolastico con una serie di attività organizzate da studenti e insegnanti: Veronica Mazzel e Azzurra Muriti (1 E Cl) ci raccontano com’è andata. Foto di Lucrezia di Rienzo (1F Cl).

Come ogni anno, aspettare le vacanze di Natale era stato estenuante. Al suono liberatorio della campanella, il fragore delle risate si alza e l’eco di canzoni natalizie si propaga fra le mura della scuola. Chi con una sacca da calcio sulla spalla, chi con una macchina fotografica o un basso tra le mani, ognuno si dirige alle varie attività. Diversamente dal solito però, quest’anno partecipano anche alcuni studenti dell’indirizzo scientifico; l’unione non solo formale con il liceo G. Bruno è ormai evidente.

Il torneo di calcio in palestra è sempre l’evento più seguito: il pubblico non tifa, ma si diverte a cercare sotto una casacca un compagno di classe, ed esulta o grida quando la palla va in rete. Per i giocatori, e così per musicisti o cantanti, è arrivata l’occasione di mostrare agli altri le proprie capacità in ambiti diversi da quelli propriamente scolastici. Alle partite di calcio pomeridiane sono presenti in genere i genitori; ad una partita a scuola, invece, tutti gli altri studenti. E’ una buona opportunità per mettersi alla prova e divertirsi assistendo alla competizione tra le squadre.

Verso le undici inizia la proiezione del film, The Believer, pellicola provocatoria, che fa riflettere. Il protagonista è un ragazzo ebreo che si avvicina al nazismo e lo appoggia: una storia accaduta davvero. Nonostante i posti limitati, l’aula destinata al cineforum è affollata.

Poco dopo, in Aula Magna hanno inizio le esibizioni: prima quella del coro che, diretto dal Maestro Manuel Zanella, riesce sempre a stupirci.

Siamo abituati a pensare ad un canto corale come ad un accompagnamento musicale durante altre attività, non ad uno strumento con cui distinguere la varietà dei suoni di un brano ed esprimerla attraverso le singole voci dei coristi, capaci di dare ad essi armonia. Il coro d’Istituto seleziona canzoni celebri – come brani dei Green Day, sfruttatissimi dalle cover band – e può contare su ragazzi talentuosi.

Non è stato solo il coro a stupirci: il programma prevedeva che due band si esibissero, questa volta con strumenti musicali e, a sorpresa, in costumi natalizi. Il primo gruppo si chiama Untuned e, come il secondo, è formato da studenti di entrambe le sedi dello IIS Bruno-Franchetti. Il pubblico è stato inizialmente colpito dalla voce forte e aggressiva del cantante: nessuno è preparato a sentire i muri tremare e i professori si aggirano per l’Aula Magna aspettandosi una reazione improvvisa dei più. Dopo qualche canzone, però, ci si abitua e ci si gode lo spettacolo, curiosi di vedere cosa accadrà. Era venuto il momento per gli studenti di prendere per qualche ora “in ostaggio” l’edificio, scrollandogli di dosso un po’ di polvere. L’affresco del ‘900 alle spalle faceva da scenografia, mentre i costumi da Babbo Natale dei musicisti rendevano la situazione in sé piuttosto bizzarra.

Il secondo gruppo, Defamed Evolution, ha avuto la sfortuna di esibirsi a buffet ormai iniziato. Gli studenti si sono spostati infatti verso le dodici nell’atrio del primo piano per saluti e auguri, tra fette di pandoro e patatine, e l’Aula Magna si è svuotata. Se gli Untuned avevano esordito imbarazzati nei loro costumi, ma coraggiosi nelle scelte musicali, i Defamed non sono stati da meno, suonando brani punk e sfoggiando chitarre a V o a doppia punta. Alla fine, rimasti ormai in pochi nell’aula luminosa, siamo stati ad ascoltare un ragazzo. Lo conoscevamo tutti, ma non so quanti sapessero che nello zaino tiene sempre un’armonica. Quando l’ha tirata fuori e ha iniziato a soffiarci dentro, quasi non respiravamo per paura che si fermasse.

La scuola dovrebbe puntare più spesso su occasioni come questa. Gli studenti si sentono uniti assistendo al torneo in palestra, stimolati e colpiti dalle proiezioni proposte, impressionati dalle esibizioni e incoraggiati dalla sensazione di aver vissuto tutto ciò a scuola. La scuola siamo noi, e s’impara anche così, gli uni dagli altri.

CollageFesta Franchetti