di Ilaria dell’Aquila, classe VB scientifico
Opportunità, di questo stiamo parlando. Allargare i propri orizzonti e saper guardare al di là del puro intrattenimento. Questo per me è stato il progetto David Giovani. Questa esperienza mi ha portato a crescere in vari ambiti ma soprattutto a fare delle importanti riflessioni e a capire molte cose. Avere la possibilità di fare esperienza di film, che possono piacere oppure no, direttamente in sala e gratuitamente è senza dubbio una grande occasione per noi giovani, spesso troppo coinvolti in altre attività stressanti per permetterci di gustarci una serata al cinema. E’ sicuramente più semplice stare distesi a letto e cercare il film a cui siamo interessati in streaming per poi rintanarsi sotto le coperte e bruciarsi le poche diottrie che ci sono rimaste dopo ore e ore già passate davanti allo schermo. Ma la verità è che nulla batte le sensazioni che si provano in sala, dove l’unica luce che ti illumina è quella della proiezione o, se ti va male, del cellulare di qualche maleducato che invece di guardare il film controlla i direct di Instagram. L’atmosfera che lì si viene a creare è qualcosa di unico: l’illuminazione soffusa, le colonne sonore che, risuonandoti intorno ti trasportano all’interno della storia. Se poi si va con i propri amici (e sotto questo punto di vista posso dire che questo progetto ha contribuito anche a farmi conoscere molti altri ragazzi con le mie stesse passioni) tutto questo è amplificato e prende ancora più valore: persino i popcorn sembrano più gustosi. Ciò, però, non toglie che si possa godere di quell’atmosfera pure andando a guardare lo spettacolo da soli; infatti,volenti o nolenti non lo saremo mai completamente. Al cinema, nello stesso momento, si condividono le emozioni e le esperienze con tutti gli altri spettatori presenti: che sia durante l’attimo di tensione prima di un jumpscare in un horror, oppure quando i due protagonisti finalmente decidono di darsi quel maledetto bacio che tutta la platea aspetta dall’inizio della storia; siamo tutti connessi per circa due ore in quella speciale condivisione. Ma non è questo l’unico aspetto positivo che ho ricavato dal progetto. Noi ragazzi partecipanti siamo, infatti, chiamati non solo a guardare i film in concorso ma anche a giudicarli ed infine votare quello che, secondo noi merita di vincere. Mettersi nell’ottica di essere giurato(ovvero a pensare a ciò che si guarda non solamente come spettatore volto all’intrattenimento personale) è un modo come un altro per analizzare le pellicole sotto un punto di vista a noi inconsueto. Pian piano si comincia sempre più a fare caso alle inquadrature, ai dettagli di regia e tutte quelle cose che normalmente al pubblico sono secondarie.
Questo cambiamento di visione perciò porta inevitabilmente non più a “guardare” ma “osservare” e a fare sviluppare a noi, nuovi giudici, un senso critico personale fondamentale nel mondo e nella società di oggi. Il mondo dietro la telecamera è vasto e complesso, molto più di come siamo abituati ad immaginarlo. Riuscire ad interpretare e capire a fondo le scelte di un regista ci può far benissimo rivalutare completamente il suo lavoro ed il suo significato.
Per questo è stata fondamentale anche la parte didattica del progetto ed il corso di introduzione al cinema e ai suoi strumenti tenutosi nella nostra sede scolastica. Grazie ad esso ci sono state fornite le basi da cui partire per sviluppare i nostri giudizi oltre che gli strumenti per scrivere una recensione al meglio delle nostre potenzialità. Ecco perché torno a dire che per me il David Giovani è stato un’ opportunità; perché in fin dei conti, anche se magari non intraprenderò una carriera nell’ambito cinematografico in futuro, avrò avuto l’occasione di venire a contatto più da vicino con il mondo del cinema non solo come parte di un pubblico passivo ma come spettatrice attiva e coinvolta in tutto e per tutto.
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