Lorenzo Viola 4A PNI
Un’anomalia in una piccola connessione tra un cavo in fibra ottica e il sistema GPS per rilevare la velocità dei neutrini usati per la massima precisione possibile è la prova che la teoria della relatività di Einstein è ancora valida. Ma andiamo con ordine.
Nel mese di settembre del 2011 l’ Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare (CERN) di Ginevra annunciava un’anomalia nella rilevazione della velocità dei neutrini: sembrava che queste particelle, inviate da Ginevra ai Laboratori nazionali del Gran Sasso, si muovessero con una velocità che superava quella della luce nel vuoto con uno scarto di 60 nanosecondi (10-9 s). Questi corpuscoli hanno attraversato la crosta terrestre (e non un tunnel, poiché sono particelle a iterazione molto debole) per 732 km.
Nei giorni e nei mesi successivi l’esperimento è stato ripetuto più volte con lo stesso esito. La scoperta dei neutrini superluminali era diventata la scoperta del secolo. Il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) Roberto Petronzio, considerava la possibilità di poter cominciare a ragionare su una nuova scala e che << si entrava in un territorio sconosciuto della fisica, nel quale si potrebbero incontrare, per esempio, nuove dimensioni o addirittura una nuova costante fondamentale dell’universo». Valerio Rossi Albertini, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto della Materia disse: <<Se questi risultati fossero confermati, dovrebbe essere elaborata una nuova teoria che ne tenga conto e ciò potrebbe avere ripercussioni nell’ambito della logica matematica. La logica si basa infatti sul principio di causalità (ogni effetto è necessariamente conseguente alla sua causa) e questo in fisica si traduceva nella certezza che la velocità della luce fosse insuperabile. Insomma, la conseguenza più significativa potrebbe essere quella di dover riscrivere tutti i libri di fisica.>>
Pochi giorni fa la smentita: i neutrini NON sono più veloci della luce. Una rettifica che, diciamoci la verità, ci ha fatto rimanere perplessi. L’entusiasmo con cui è stata data la notizia e le ulteriori conferme hanno sconvolto tutto il mondo e ci hanno premesso di conoscere e fantasticare sul nostro futuro. Einstein, per esempio sosteneva la possibilità di intraprendere viaggi nel tempo e di vedere il tempo “scorrere al contrario”. Ma il caso non è chiuso: si continueranno a ripetere esperimenti per confermare l’anomalia, cercando di dare una spiegazione razionale ed evitare la divulgazione di notizie non sicure. Insomma, Einstein si è preso la rivincita!