In un periodo storico in cui si cerca di sensibilizzare sempre di più sulla violenza sulle donne e i femminicidi, è proprio qui che trova spazio la nuova miniserie Netflix Adolescence, non solo un thriller psicologico, ma anche una riflessione sulla fragilità dell’adolescenza e sul modo in cui la società e i social possono impattare sulla crescita e sulla mentalità dei ragazzi.
Ideata da Jack Thorne e Stephen Graham e diretta da Philip Barantini, utilizza un unico piano sequenza per episodio, segue da diverse prospettive il caso di omicidio di una adolescente, di cui Jamie è accusato. I temi esplorati sono gli effetti del bullismo, del cyberbullismo e dell’assimilazione della sottocultura della manosfera e degli incel sui più giovani.
Ci troviamo nella contea di Yorkshire, in Inghilterra, l’8 maggio del 2024. L’ispettore capo Luke Bascombe e il sergente capo Misha Frank guidano un raid della polizia a casa della famiglia Miller. La polizia sfonda la porta e arresta Jamie, il figlio minore, con l’accusa di omicidio. La storia segue la famiglia Miller mentre affrontano lo shock dell’accusa contro Jamie e le conseguenze devastanti sulla loro vita quotidiana. La comunità, inizialmente solidale, si trasforma rapidamente in un ambiente ostile, con i media e i social network che alimentano teorie e condanne pubbliche ancora prima dell’inizio del processo.
La serie è quindi un tuffo all’interno del mondo adolescenziale e dei problemi che ne conseguono. Adolescence dà un focus sull’impatto dei social sulla giovane e inesperta mente dei ragazzi, i quali possono essere esposti ad alcune ideologie tossiche che rischiano di plasmare il loro pensiero in un’età in cui non è ancora pienamente adatto per saper discernere con certezza ciò che è giusto o sbagliato.
Ma cos’è la manosfera e cosa sono gli incel?
Questa subcultura online viene dal termine involuntary celibacy: molti maschi sono convinti di essere esclusi da relazioni romantiche e sessuali non per proprie particolari mancanze ma a causa delle donne, spesso dipinte in modo crudele, misogino e vittimistico. La cultura incel si è diffusa in questi anni in forum, social e siti più o meno clandestini, con toni sempre più misantropi, aggressivi e violenti, coinvolgendo la lotta al femminismo, l’esaltazione della violenza sessuale pur di ottenere quello che spetta all’uomo ed estremismi di vario tipo.
Non tanto diversa è la manosfera, ovvero tutti i siti, i blog, i forum, le associazioni e i movimenti che coltivano una certa idea di mascolinità, di misoginia e di opposizione al femminismo, nella convinzione che la cultura progressista di questi ultimi decenni abbia generato un vero proprio odio nei confronti dei maschi e di tutto ciò che rappresentano. Comprendono dunque gli incel ma anche altri movimenti, che partono dagli Stati Uniti ma si stanno diffondendo un po’ ovunque, come i Men’s Rights Activits, i promotori della pick up art (cioè le tecniche per “rimorchiare” asserendo sempre la superiorità maschile), e spesso sovrapponendosi a gruppi politici di estrema destra.
Nel terzo episodio, scopriamo molte cose sulla mentalità di Jamie e sulle ragioni del suo presunto crimine, attraverso il suo dialogo con Briony, la psicologa. Le sue parole riflettono idee comuni nei gruppi online citati prima: Jamie si sente “brutto” e crede che per farsi piacere dalle ragazze debba ingannarle.
Chi è Owen Cooper, il protagonista della serie che ha fatto rimanere tutti a bocca aperta per le sue doti recitative?
Owen Cooper, l’attore che interpreta Jamie nella serie, ha 15 anni ed è nato a Warrington, in Inghilterra. Quello in Adolescence è stato il suo primo grande ruolo di successo e il suo trampolino di lancio nel mondo dello spettacolo grazie al successo della serie. Ma il suo non è solo interesse, è un vero e proprio talento, lodato più volte dal regista Philip Barantini, ma anche dai telespettatori, che sono rimasti a bocca aperta e si sono affrettati a inondare il web di commenti positivi ed entusiastici rivolti alla sua performance.
Owen Cooper non è un nepo baby, ovvero una persona che deve la sua popolarità alla presenza di celebrities all’interno della sua famiglia. Entrambi i fratelli maggiori sono elettricisti, la madre è una badante e il padre lavora nell’informatica, è quindi il primo della sua famiglia a dimostrare interesse verso la recitazione, tale da frequentare un club teatrale a Manchester e prendere lezioni da quando aveva 7 anni.
Ecco alcune curiosità sulla serie
Adolescence ha avuto un grande successo e impatto culturale, infatti dalla sua uscita il 13 marzo 2025, ha accumulato oltre 114,5 milioni di visualizzazioni, diventando la quarta serie in lingua inglese più vista su Netflix. La serie ha anche stimolato dibattiti significativi sulla vulnerabilità dei giovani all’influenza della mascolinità tossica online, portando Netflix a renderla disponibile nelle scuole secondarie del Regno Unito per scopi educativi.
La miniserie ha uno stile di regia completamente innovativo: ogni episodio di 50 minuti è stato girato in un unico piano sequenza continuo, senza tagli. Questo approccio immersivo ha richiesto una pianificazione meticolosa e ha aumentato l’impatto emotivo della narrazione.
Nonostante fosse concepita come una miniserie, il successo travolgente ha spinto la casa di produzione Plan B Entertainment, co-fondata da Brad Pitt, a iniziare discussioni preliminari per una seconda stagione. L’obiettivo sarebbe ampliare la narrazione mantenendo l’essenza originale della serie.
La neuroscienziata Sarah-Jayne Blakemore ha elogiato la serie per la sua rappresentazione accurata del comportamento adolescenziale. Lei sottolinea che nei giovani la corteccia prefrontale non è ancora matura, mentre il sistema limbico, ovvero la parte del nostro cervello che ha un ruolo chiave nelle relazioni emotive, è iperattivo: questo squilibrio può portarli ad agire in modo impulsivo.
In generale, la serie mi è piaciuta moltissimo. Penso che tratti in modo approfondito il tema del bullismo, offrendo uno spunto di riflessione significativo. Ritengo inoltre che metta in guardia gli adolescenti sui pericoli di Internet. La performance attoriale è straordinaria, un 10/10 che merita davvero tanto riconoscimento. Anche gli aspetti visivi sono di grande impatto, e il fatto che sia stata girata in un’unica sequenza aggiunge un’intensità unica, permettendo allo spettatore di vivere le stesse emozioni dei personaggi. La serie riesce a suscitare un senso di colpa nel pubblico, facendoti empatizzare con Jamie nonostante la consapevolezza delle sue colpe.
In definitiva, la serie riesce a mescolare perfettamente tematiche complesse con un’esecuzione tecnica impeccabile, lasciando un’impressione duratura. Ti costringe a riflettere sulle dinamiche sociali e sulla responsabilità individuale, pur mantenendo una narrazione coinvolgente. Un’esperienza che merita assolutamente di essere vissuta.