Intercultura

ALL’ESTERO SENZA PAURA

di Marta Golfetto, 4C, in mobilità individuale in Oklahoma, USA.

2 Gennaio 2016, partenza alle 5 di mattina. Destinazione Broken Bow, un piccolo paesino in Oklahoma, nel centro sud degli Stati Uniti. Stava per realizzarsi il mio sogno, tuttavia ammetto di non aver mai provato una paura così grande! Tale sensazione mi ha accompagnata anche durante le prime settimane del mio semestre da exchange student: chiamavo più volte al giorno la mia famiglia per sentirmi rassicurata.

Poi, passo dopo passo, ho iniziato ad apprezzare ogni singolo momento di questa esperienza. Le persone che si incontrano, i posti che si visitano e tutte le novità vissute rimarranno per sempre ricordi fantastici.

Molti aspetti della vita quotidiana sono differenti; all’inizio si percepiscono tali cambiamenti come troppo distanti dalla propria cultura, ma successivamente si inizia a cogliere ogni sfumatura positiva. Un elemento che rispecchia questa caratteristica è sicuramente la scuola: pare tutto un altro mondo! Durante i primi giorni ero, infatti, spaesata ed affascinata allo stesso tempo, in quanto, per certi aspetti, mi sembrava di vivere in un film. Spostarsi di aula in aula ad ogni ora, vedere le cheerleaders e le squadre di basket, baseball e football, salire sugli scuolabus gialli e utilizzare i famosi armadietti in metallo: sembrava tutto parte di un film. I metodi di studio differenti e gli orari di scuola diversi all’inizio mi avevano sorpresa, ma abituarsi è stato facile e veloce. Ciò è stato possibile anche grazie all’accoglienza positiva e ricca di entusiasmo delle persone che mi hanno fatto apprezzare la bellezza di sentirsi a casa, nonostante ci si trovi a migliaia di kilometri di distanza dalla propria famiglia.

Oltre alla conoscenza della lingua e di un modo diverso di vivere la scuola e lo studio, questa esperienza mi sta aiutando a crescere, a maturare, ad imparare ad apprezzare una cultura così differente dalla nostra e. al contempo, a valorizzare la mia. La curiosità che mi ha circondato fin dal primo giorno mi ha reso in parte orgogliosa delle mie origini e mi ha fatto apprezzare ciò che ho lasciato a casa: il cibo, la famiglia, finanche il suono della mia stessa lingua. Naturalmente, in un paese così vasto ho potuto conoscere solo alcuni degli infiniti aspetti e sfumature di una nazione fatta da tanti popoli. In particolare, ho condiviso la vita quotidiana in una regione agricola distante dalle grandi città americane e popolata in gran parte da persone dai modi semplici e spontanei, fervidamente religiose. In particolare il ricordo del legame nato dall’incontro con queste persone rimarrà sempre indelebile in me come la cosa più importante di questa stagione della mia giovinezza. Nonostante il tempo e l’inevitabile lontananza non li dimenticherò mai!

Sento che ritornerò diversa, più aperta al cambiamento. A chi ne ha l’occasione consiglio di affrontare con entusiasmo e senza paure un periodo di studio all’estero. Per quel che mi riguarda sto già sognando la prossima occasione.

Ho stretto una grande amicizia con le ragazze che si possono vedere vicino a me nella foto. In quest’ultima si possono notare gli stemmi della scuola e della città: la punta di una freccia e la statua rappresentante un indiano d’America.

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THE SOONER STATE – L’Oklahoma è uno stato federato del Sud degli USA nato dall’unione tra il Territorio dell’Oklahoma e il Territorio Indiano nel 1907. Nella lingua amerindiana Coctaw, Okla e Humma significano “pellerossa” o, più precisamente, “persona rossa”. Ai tempi del “Far West” il Dawes Act (1887), perfezionato dal Curtis Act (1898) stabilì che le terre tribali andassero alle famiglie di origine indiana, perché il Governo federale voleva che gli indiani diventassero agricoltori americani. In realtà il laisser faire permise una selvaggia corsa alla terra da parte di coloni bianchi chiamati Sooners, dal motto : “Chi prima arriva, meglio alloggia”. Nel giro di pochi anni (1889-1895) metà delle terre destinate agli indiani furono colonizzate dai bianchi o, peggio, aperte alla speculazione attraverso l’acquisto da parte delle compagnie ferroviarie.

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