di Marco Visentin, III C Classico
Lanciare il sasso e poi ritirare la mano: è questa l’ondivaga condotta del MIUR negli ultimi giorni. Prima, smentisce l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro per i maturandi nel 2018; poi rettifica – ma solo parzialmente.
Tutto ha inizio martedì 24 aprile. L’ultimo attacco all’alternanza scuola-lavoro non reca la firma di un qualche malevolo sindacalista, né di un avversario politico dell’ex-premier Renzi, suo fautore: è lo stesso Ministero a riconoscere, in una nota, che “ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato […] la normativa nulla dispone circa l’obbligo, per le studentesse e gli studenti, di aver svolto un monte ore minimo di attività di alternanza scuola lavoro nell’ultimo triennio del percorso di studi”.
Il MIUR dà così ragione alla FLC CGIL, che fin da subito aveva denunciato l’illegittimità dell’obbligo: solo i maturandi a partire dal 2018/19 dovranno, stando alla nota, svolgere obbligatoriamente il percorso di alternanza scuola-lavoro, in base a un decreto entrato in vigore il 5 gennaio di quest’anno.
Una domanda sorge spontanea: “Che ci ho guadagnato? 200 ore non sono poche!”. La nota dà pronta risposta: “in ogni caso, tali esperienze sono da considerare quale elemento di valorizzazione del curriculum dell’allievo”. Così è tutto chiaro, no? meno male che c’è la valorizzazione del curriculum! Quindi, prima si impone agli studenti di svolgere un’attività “obbligatoria”; poi, si chiarisce che obbligatoria proprio non lo era, ma, ehi: adesso sì che hanno un futuro davanti.
L’epopea non finisce qui. Sabato 5 maggio il ministero ci ripensa e rilascia un comunicato stampa: “La partecipazione all’Alternanza non è facoltativa e rientra […] nel curricolo del triennio finale della scuola secondaria di secondo grado”; curioso, però, che il paragrafo successivo aggiunga che “il decreto n. 62 […] ha stabilito che, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, lo svolgimento delle attività di Alternanza è criterio di ammissione all’esame di Stato”. Continuo a chiedermi come si possa dire che lo svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro sia obbligatorio già da ora e poi aggiungere che in realtà sarà criterio d’esame solo dall’anno prossimo. Un maturando nell’anno in corso, insomma, potrebbe sostenere l’esame senza aver svolto le famigerate 200 ore?
Un documento stilato dai rappresentanti delle terze Liceo del Franchetti, che piacerebbe vedere pubblicato in questa sede, ricorda eufemisticamente che gli attuali maturandi hanno frequentato “classi pilota” nell’attuazione del progetto. Il documento si ferma lì. Si potrebbe però aggiungere: tra norme che si sovrappongono, variazioni in itinere e disorganizzazione, solo pochi fortunati hanno avuto un percorso “coerente con il proprio indirizzo di studi”, per dirla con le parole della Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti in alternanza. Gli altri hanno dovuto “far su ore” con espedienti vari. Se la lezione era “imparate ad arrangiarvi”, l’obiettivo è raggiunto; ma sul senso, concedetemelo, si può continuare a nutrire qualche dubbio.