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IL RITORNO DELLA (RIMPIANTA) EDUCAZIONE CIVICA

Di Marco Visentin – IC Classico

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Il dott. Domenico Bilotta

Il 14 dicembre 2015 due classi del nostro istituto, la I C del Franchetti e la IV G del Bruno, hanno partecipato a un incontro con il dott. Domenico Bilotta, portavoce dell’Associazione Caponnetto, per seguire un’attività sulla legalità.

L’Associazione Antonino Caponnetto prende il nome dal magistrato a capo del pool antimafia di Palermo, nato a Caltanissetta il 5 settembre 1920. Caponnetto combatté sul fronte africano durante il secondo conflitto mondiale; tale occasione lo avvicinò a posizioni pacifiste e lo indusse a riflettere su guerra e pace. In seguito, dal 1955, fu pretore a Prato e quindi a Firenze.

Uno degli esempi addotti da Bilotta per far comprendere quanto il magistrato fosse profondo conoscitore e inflessibile applicatore della Costituzione, in modo da garantire le libertà di ogni individuo, riguardava due ragazzi, arrestati quando egli era pretore per aver fatto volantinaggio. Caponnetto, preso atto che essi avevano sì infranto una legge, e che però essa era di eredità fascista e anticostituzionale, ne ordinò il rilascio.

Nel 1983 prese il posto di Rocco Chinnici a capo del pool antimafia palermitano, di cui erano membri i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe di Lello Finuoli, lavorando fianco a fianco anche con l’allora giudice Pietro Grasso. Ottennero grandi risultati: in due anni e quattro mesi cinquecento mafiosi furono arrestati e condannati grazie al primo maxiprocesso.

Era già pronto il “maxiprocesso due”, ma Caponnetto andò in pensione anticipatamente per non ostacolare le vicende giudiziarie con un pensionamento durante le stesse. Chiese di mettere a capo del pool Falcone, ma il CSM scelse come suo successore Antonino Meli, un colluso con la mafia. Anche alcuni servizi segreti “deviati” sostennero il mondo mafioso. Falcone e Borsellino furono abbandonati da una parte dello Stato al loro destino e così fecero molti cittadini, dormienti e poco interessati.

Come agirono allora costoro, così si comportano oggi coloro che non partecipano alla vita politica, non si curano di conoscere e difendere i propri diritti e accusano semplicemente lo Stato e la giustizia di essere responsabili di tutti i problemi che affliggono il Paese.

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L’incontro in aula magna al Franchetti

Falcone andò a Roma, chiamato dal ministro Martelli, e grazie alle sue pressioni furono create la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e la Direzione Nazionale Antimafia. Il magistrato morì il 23 maggio 1992 a Capaci, mentre il collega Borsellino il 19 luglio 1992, in via d’Amelio a Palermo: in entrambi i casi, la causa del decesso fu un attentato di mafia.

Caponnetto inizialmente si disperò, ma decise poi di dedicarsi ai giovani. Grazie alla sua azione e a quella dell’Associazione, è nato il progetto “Sentinelle della Legalità”, che mira a rendere i giovani partigiani dei valori costituzionali. Come ricordato da Bilotta, vi è un mare in cui scavare, a partire dalla falsa fatturazione e dal gioco d’azzardo con cui le mafie riciclano il denaro sporco, proveniente da prostituzione, droga, contrabbando e numerose altre attività criminose.

Il progetto di approfondimento che le due classi devono svolgere consisterà nell’individuazione di un problema nel nostro territorio che sia di interesse della cittadinanza; tale questione sarà poi proposta agli organi competenti in materia, a partire dall’amministrazione comunale.

Proprio in Comune avverrà il secondo incontro, in cui le due classi esporranno direttamente al Sindaco le conclusioni cui sarà giunto il loro lavoro; si terrà il 30 marzo 2016 alle ore 16.30.

Foto della prof.ssa Alessandra Artusi.