di Allegra Stevanato 5E
Franco Rigosi, ingegnere chimico, ex tecnico ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) nel 1999, in pensione da 3 anni, su incarico dell’ASL servizio igiene del lavoro, ha effettuato controlli al petrolchimico.
L’ingegnere era molto amico di Gabriele Bortolozzo (1934-1995). Bortolozzo faceva di professione l’operaio, ma lo faceva prestando attenzione a ciò che accadeva attorno a lui; lavorava all’interno dell’impianto, che trattava il CVM (Cloruro di Vinile Monomero, componente del PVC). Il CVM si è scoperto essere dannoso e cancerogeno per fegato e cervello, grazie alle ricerche effettuate a livello internazionale e divulgate al petrolchimico proprio dallo stesso Bortolozzo, che, insospettito dalle sempre più frequenti morti dei colleghi operai, ha iniziato ad indagare. Le sue lamentele sono state subito soffocate dai dirigenti dello stabilimento, ma lui ha portato avanti le sue teorie e si è dichiarato OBIETTORE DI COSCIENZA ALLE SOSTANZE CANCEROGENE. Questa mossa gli è costata la carriera da operaio poiché è stato relegato in un magazzino e isolato da tutti, pur senza essere licenziato.
Raggiunta l’età della pensione è iniziata la vera e propria lotta contro il CVM di Gabriele: ha girato casa, per casa, per indagare sulla morte e/o stato di salute dei suoi colleghi Raccolte sufficienti prove a favore della sua tesi, ha portato i documenti al magistrato FELICE CASSON, che si è subito messo a studiare il caso; alla denuncia di Bortolozzo si sono aggiunte le richieste di risarcimento di altri familiari degli operai morti o già gravemente ammalati per un totale di 157.
Il processo contro il CVM a cui, purtroppo Gabriele non ha potuto assistere a causa della sua morte avvenuta nel 1996, inizia nel 1998.
Il 2 Novembre 2001 la giuria assolve tutti i colpevoli per INCONSISTENZA dei fatti. La parte offesa ricorre in appello e nel 2004 la sentenza viene ribaltata condannando i dirigenti del Petrolchimico. La società tuttavia ricorre alla cassazione, che nel 2006 conferma la sentenza d’appello. Purtroppo la sentenza cade in gran parte in PRESCRIZIONE perché troppo tempo è passato. Le parti civili del processo (Associazioni,Comune, Regione, ecc) ricorrono alla Cassazione Civile per l’applicazione della sentenza del 2006, ancora inapplicata. Gabriele Bortolozzo ha SCOPERCHIATO la verità sul Petrolchimico.
Le ricerche effettuate da G.B. sono state fatte per i lavoratori del CVM, ma l’Associazione G.Bortolozzo ha chiesto alle autorità che si indagasse anche sulle condizioni di salute dei cittadini, perché ci sono tantissimi casi di tumore in loco. La Provincia ha indagato solo su un tipo di tumore, correlato alle diossine emesse dagli impianti, e ha trovato alti indici di incidenza proprio sottovento, rispetto agli impianti (Fiesso, Vigonovo). Purtroppo non ci sono fondi per proseguire le ricerche su altri tipi di tumore. Dopo l’esplosione del 28 novembre 2002 al petrolchimico, i cittadini di Marghera hanno dato vita all’ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO IL RISCHIO CHIMICO.
Nel 2010, dopo un referendum comunale, tenuto nel 2006, che era contrario alle lavorazioni cancerogene a Marghera, le aziende hanno chiuso il ciclo del cloro. Ancora oggi i lavoratori protestano, perché rischiano la disoccupazione, tuttavia pare che si stia per giungere ad una riconversione dell’impianto. Oggi SG31, l’inceneritore di rifiuti tossici , è uno dei target delle tante battaglie dell’ASSOCIAZIONE BORTOLOZZO e dell’ASSEMBLEA PERMANENTE. La regione ha acquisito dal petrolchimico l’impianto SG31 per bruciarci rifiuti di varia provenienza e caratteristiche. Ora si vorrebbe riconvertirlo in un impianto che tratta CDR (combustibile da rifiuti). Un altro progetto bloccato è quello della STE ( stoccaggio a Marghera di 100.000 tonnellate di rifiuti tossici ) e un altro ancora, contro cui ci si sta battendo, è l’ampliamento di ALLES che tratta fanghi tossico nocivi. Il progetto è già stato approvato dalla COMMISSIONE VIA, ma manca la delibera della Giunta Regionale.
NON SEMPRE I TECNICI FANNO CIO’ CHE E’ GIUSTO PER L’AMBIENTE. Oggi giorno i rifiuti sono un grande business. La questione “rifiuti” va affrontata, perché ne produciamo sempre di più e va affrontata investendo sulla tecnologia.
L’esperienza e la vita di Gabriele Bortolozzo ci insegnano ad ESSERE ATTORI ATTIVI nella vita quotidiana, anche un piccolo uomo può mettere in moto una valanga, che porta a cambiare in meglio la società e inoltre ci ricorda che dobbiamo scegliere DA CHE PARTE STARE perché anche i tecnici (ingegneri, chimici, ma anche avvocati, medici, ecc) possono diventare complici di gravissime scelte contro il bene comune (basta pensare ai medici e agli ingegneri che hanno costruito e gestito i campi di sterminio nazisti).