di Gaia Finotello, ICcl
Venerdì 12 aprile si è tenuto all’hotel Russott di Mestre il convegno per celebrare i vent’anni di vita dell’associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della Criminalità E del Dovere), fondata nel 1999 dall’ex agente di polizia Mirko Schio.
Numerosi i testimoni e i familiari delle vittime che hanno preso la parola durante l’incontro, intenzionati a sottolineare l’attenzione e il rispetto che devono essere tributati, dallo Stato in primis, alle persone colpite dalla criminalità organizzata.
A parlare, Donato Agnoletto, Luigi Elefante, Marina Orlandi Biagi, Maurizio Campagna e Silvio Busato: ognuno ricorda l’atrocità di quanto ha vissuto, o di quanto hanno vissuto i propri familiari.
Ogni intervento ha espresso con efficacia la volontà di offrire un tributo a chi si è sacrificato per lo Stato e per la legalità, mantenendone sempre vivo il ricordo anche nella mente dei più giovani.
«Spesso» afferma Maurizio Campagna, fratello di Andrea, l’ultima vittima del noto terrorista Cesare Battisti, «faccio il nome di mio fratello. Nessuno sa di chi sto parlando. Se poi, però, nomino il suo assassino, tutti lo riconoscono». La gente si ricorda più dei carnefici che delle vittime, e questo è preoccupante: questo il messaggio che anche Franco Maccari, vice presidente della federazione sindacale di polizia, ha voluto trasmettere, come tutti coloro che sono intervenuti. Fra gli altri, il convegno ha visto la partecipazione dello psichiatra Alessandro Meluzzi e del capo della polizia Franco Gabrielli.
Tutti, venerdì 12, erano animati da un’unica sensibilità comune: festeggiare i vent’anni di Fervicredo, celebrando al contempo la passione per la legalità e la memoria delle persone che per quest’ultima si sono battute.