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“REYER SCHOOL CUP 2019”: QUANDO LA SCONFITTA E’ OCCASIONE DI CRESCITA

Non poter rivedere, momentaneamente ci auguriamo, la bellissima Coppa in vetro di Murano sul tavolo della segreteria didattica quale trofeo per i vincitori della Reyer School Cup, farà sicuramente un certo che, soprattutto dopo averne potuto godere continuativamente per quattro lunghi anni.

Negli occhi e nelle facce dei ragazzi protagonisti di quest’ultima edizione del torneo si sono percepiti delusione, scoramento, frustrazione, dispiacere, amarezza, soprattutto, ne sono convinto, per non essere riusciti a soddisfare le aspettative personali e dell’ambiente circostante (amici, compagni, tifosi, docenti ecc.). Frustrazione e rabbia per non essere riusciti a giocare la partita così come ci si era proposti e preparati, per non essere riusciti nei momenti di difficoltà della gara a mantenere appieno il controllo emotivo.

Ma in questo lo sport può essere maestro di vita, insegna a rialzarsi dopo una caduta, insegna ad “incassare” e ad accettare una sconfitta, per quanto bruciante essa sia, trasmette la voglia di ripartire con ancora maggiore energia e determinazione per far sì che questa non abbia a ripetersi, insegna a riconoscere i meriti dell’avversario e a vedere in questo, seppur con il passare del tempo, non tanto un antagonista quanto un co-protagonista, un compagno di avventura in un appassionante viaggio.

Il saper perdere e reagire ad un insuccesso rappresentano un grande valore sia a livello individuale che collettivo, un valore che tutta la comunità del “Bruno-Franchetti” condividerà con grande dignità, unitamente ad uno spiccato senso di appartenenza.

Ci preme però sottolineare i tanti aspetti positivi e costruttivi che ancora una volta hanno caratterizzato questa esperienza quali:

  • il grande impegno e la grande costanza (con relativi sacrifici) profuso dagli studenti-atleti durante i molti incontri pomeridiani di preparazione, incontri ai quali, nonostante i propri pressanti impegni scolastici e sportivi, non sono praticamente mai mancati .
  • il serio ed appassionato apporto di tutte quelle componenti che ruotano intorno all’evento sportivo ma che ne sono a tutti gli effetti parte integrante, quali i responsabili della comunicazione (che hanno dedicato molto tempo, passione e competenza nel redigere articoli, video , interviste ….), del tifo (che con generosità hanno provveduto a coordinare coreografie, cori, sostegno ai giocatori in varie forme, pur rispettanto il più possibile i principi di un tifo costruttivo e non distruttivo), gli addetti agli arbitri, i colleghi che a vario titolo hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento
  • l’aver raggiunto per il 5° anno consecutivo le “Final Four” al Taliercio, cosa per nulla scontata, avendo dovuto sbaragliare con grande determinazione la concorrenza di avversarie sulla carta anche più “attrezzate”, e che rappresenta una chiaro segnale di continuità nel competere su livelli di “eccellenza” nonostante ad ogni anno cambino i protagonisti.

Alla luce di tutto questo, anche una sconfitta può rappresentare paradossalmente una vittoria, essendo consapevoli che, comunque vada, il lavoro e l’impegno pagano, a tutti i livelli, anche se non sempre i risultati sul campo sembrano dar ragione al 100%.

E’ mio desiderio ringraziare sentitamente tutti quanti hanno fornito il proprio contributo direttamente o indirettamente (dirigenza e collaboratori, docenti, collaboratori scolastici, alunni ) affinchè tale coinvolgente iniziativa fosse portata a compimento nell’ottica di un arricchimento a livello valoriale e di competenze trasversali che vanno ben al di là del semplice risultato sportivo.

Prof. Francesco Galazzo


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