di Pietro Casarin, V A, G. Bruno
Ma alla fine di questa lunga maratona, chi ha vinto tra Verità e Menzogna?
La risposta è tutt’oggi sospesa sul limbo dell’ambiguità e consta di molte sfaccettature. Per provare a rispondere è necessario in primo luogo stabilire cosa intendiamo per «vittoria della verità»; Lorenzon ci dice che la Verità si avrà solo quando «memoria, verità storica e giustizia saranno la stessa cosa».
La giustizia, desiderata dalle famiglie delle vittime e dei feriti, è diventata una chimera. La verità non potrà mai identificarsi con il solo riconoscimento della “responsabilità”, come invece è avvenuto, nei decenni, a seguito dei processi in cui la magistratura ha ammesso la colpevolezza degli effettivi artefici della strage di Piazza Fontana, pur non condannandoli mai definitivamente. L’assoluzione in Cassazione di Freda e Ventura cristallizza definitivamente la corsa alla giustizia, per il principio del “Ne bis in idem” (“Non due volte per il medesimo fatto”), e, come ci dice Ferrazza, «realizza ciò che era già stato deciso 36 anni prima». Oggi cosa può fare la nuova generazione per sfatare una giustizia come chimera? Lorenzon ci fornisce una risposta, con uno slancio carico di speranza: «Voi dovete ribadire il diritto di chiedere allo Stato di chiedere scusa alle famiglie delle vittime e ai feriti, e di chiedere scusa per tutte le azioni di depistaggio che hanno coinvolto le istituzioni.»
Noi giovani possiamo reclamare la giustizia perché fortunatamente e finalmente, dopo quarant’anni, disponiamo di una verità storica. Per “verità storica” s’intende l’informazione oggettiva che ogni cittadino può reperire liberamente mediante un processo di ricerca, che può essere lo studio sui libri o quello virtuale su internet, o anche tramite il dialogo. Dopo decenni di lotta, la verità storica sulla strage di Piazza Fontana e sulla “strategia della Tensione” è assodata e accessibile a tutti. Ma c’è un problema di fondo, rispecchiato dal sondaggio che Ferrazza e Lorenzon ci mostrano riguardo alla percezione della verità storica sulle responsabilità della strage: il 60% degli intervistati continua a credere alla pista anarchica, mentre solo il 20% conferma la pista nera. Il problema sta proprio nella “percezione della verità storica”, ovvero la memoria delle persone, il terzo pilastro fondante della Verità. Infatti, i risultati di questo sondaggio sono tali in quanto il “sentire comune” è ancora deviato nella memoria dall’informazione che ha ricevuto all’epoca della strage. Ma perché l’opinione pubblica non rinnova la propria conoscenza della storia?