Focus Il nostro angolo

COME SCRIVERE UN ARTICOLO PER IL GIORNALINO

Cos’è un articolo di giornale

Esistono diversi tipi di articolo di giornale, ma il giornalino scolastico propone articoli di una certa tipologia, legati ad argomenti di interesse culturale o di attualità: non si occupa di cronaca spicciola – ovvero, non corre sul luogo del delitto per fotografare il misfatto –, ma vuole informare e riflettere su fatti ed eventi che accadono nel micromondo del nostro Istituto o che accadono nel vasto mondo e che interrogano gli studenti ‘pensanti’ e ‘scriventi’ che collaborano con La Voce BrunoFranchetti.
L’articolo può avere carattere espositivo, se racconta, o argomentativo, se commenta e rende posizione o vuole persuadere ad una certa visione del mondo.
Si può scrivere un articolo di opinione, ma pure una recensione, o un’intervista.

Ci deve essere un legame all’attualità?

Il riferimento ad un’occasione specifica di attualità può esserci o meno: posso commentare la visione di un film in cartellone, o invitare alla visione di un film d’epoca, rivisto privatamente.
Quindi possono sì esistere articoli su specifiche occasioni, come un viaggio d’istruzione, una conferenza, una mostra, etc., ma anche altri, legati agli interessi di chi scrive, come riflessioni su temi filosofici, sociali, esistenziali, storici, sportivi; letture, musica, arte, video, etc.

Chi leggerà il mio articolo?

Gli articoli sono letti dalla redazione, da studenti, docenti, amici degli studenti e dei docenti, dal personale dell’Istituto, da alcuni simpatizzanti esterni (ex-docenti, amici degli amici…) e, non ultimo, dal Dirigente Scolastico: chi scrive l’articolo si troverà davanti un pubblico eterogeneo, ‘diversamente informato’ su quanto si propone. Non si può prescindere, per quanto possibile, dal livello delle conoscenze e degli interessi dei lettori, e chi scrive ne dovrà tener conto.

Come scrivere il titolo dell’articolo?

Titolo e sottotitolo si scrivono dopo aver concluso l’articolo. Il titolo sintetizza l’idea centrale e deve colpire l’immaginazione del lettore, per indurlo alla lettura; il sottotitolo, quando c’è, anticipa le informazioni essenziali.

Esemplificando: un articolo che ha per argomento vizi e virtù della democrazia non può avere come titolo ‘Vizi e virtù della democrazia’ perché esse ripetono l’argomento, e non l’idea centrale di chi scrive, ovvero quanto lo scrivente ha deciso di presentare e sostenere.

Potrebbe quindi essere ‘Elogio di una forma imperfetta di governo’, o ‘Aveva ragione l’Anonimo Ateniese’, oppure ‘Che cosa resta dell’ideale di democrazia dei Padri Costituenti’, etc.

Devo citare qualche fonte?

Un articolo argomentativo può aver bisogno di fonti citate; un articolo divulgativo aiuta i lettori, se offre qualche fonte. Quindi, se vado ad argomentare su un tema di attualità posso far riferimento ad un articolo della stampa nazionale o internazionale, e creare il link che vi rimandi; o si può citare un libro importante, o una trasmissione che è stata il motivo dell’interesse e quindi dell’articolo, e così via.

Come si cita una fonte?

Una fonte si cita, solitamente, a fine articolo. Nota: i titoli sono sempre in corsivo.
Se rimando ad una mostra, posso citare così:

Porto Marghera 100. Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge. Fino al 28 gennaio 2018. http://palazzoducale.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/porto-marghera/2017/10/18654/centenario-porto-marghera/

Se rimando ad un libro, così:
J. D. Salinger, Il giovane Holden, Einaudi 2014 [nuova traduzione, a cura di M. Colombo].

Come organizzo l’inizio (il ‘lead’) del mio articolo?

Per un buon inizio esistono vari tipi di lead. C’è chi dice che siano dieci.

Proviamo a fare qualche esempio.

1) Sintesi – Si riassume la tesi dell’articolo, ovvero quanto l’articolo sostiene.
Lo Stato deve impegnarsi a fondo per combattere l’usura, partendo dai giovani…

2) Domanda – Si pone una domanda, vera, retorica o provocatoria.
Si risolverà mai il problema dell’usura? e chi dovrà risolverlo, e come?

3) Rompicapo – Si inizia con una frase volutamente ambigua, che poi verrà chiarita in corso d’opera.
L’Italia che produce onestamente, che guadagna e paga le tasse è soffocata da una morsa.

4) Nominale – Frasi di apertura senza verbo.
Una piccola impresa. Le prime difficoltà, risolte con l’impegno dei parenti. Poi la banca.

5) Situazione – Si pone il lettore in medias res, nel mezzo di una discussione.
I conti non tornavano. Ha posto la questione al commercialista e ha capito: i tassi bancari.

6) Aneddoto – Si racconta una storiella su un personaggio o periodo significativo.
Una storiella medievale racconta che nel giorno del Giudizio, quando fu il turno degli usurai…

7) Citazione – Si parte con un proverbio, un aforisma, un verso di una poesia celebre, etc.
Chi trova un amico trova un tesoro. Non sempre è così, però. A volte l’amico presenta il conto: un conto usuraio, ad li là di ogni previsione e presentimento.

8) Dichiarazione – Si riportano le parole di una persona intervenuta nel fatto.
“L’usura è un reato sempre meno denunciato”, dice il magistrato XY all’uscita dalla corte..

9) Elenco – L’insieme degli effetti di un fenomeno, il complesso delle caratteristiche di una mostra, di un’opera letteraria o artistica, la successione dei dati in un’indagine, etc.:
Le più recenti statistiche concordano nell’affermare che… (segue elenco)

10) Analogia – Si instaura un confronto fra l’argomento dell’articolo e un altro che presenta forti somiglianze:
Chiedere un prestito ad un usuraio è come fumare la prima sigaretta. Si pensa di poter smettere quando si vuole. Ma solo di rado le cose vanno così.

Come organizzare l’esposizione di un articolo?

Ogni articolo va organizzato con chiarezza: chi legge deve capire bene l’idea centrale e il suo sviluppo. La leggibilità è un valore: quindi, non si nasconde il proprio pensiero, ma lo si presenta senza oscurità. Frasi circonvolute, lunghe, retoricamente enfatiche forse vorrebbero mostrare abilità, superiorità culturale o altezza di stile, ma spesso stancano il lettore; d’altronde, chi ha un bello stile non scrive in modo sciatto, con una sintassi piatta e un lessico banale, farcito di luoghi comuni.
Quindi: sì alla paratassi o alla sintassi non troppo complicata, che sono più accessibili ad un pubblico non specialistico; ciò non significa però frammentare lo stile fino a creare frasi nominali, senza verbo, con punteggiatura soggettiva.

Esempi:

«Per sopportare e superare con grinta anche le giornate “no” al lavoro, bisogna sviluppare la resilienza, termine mutuato dalla fisica, che rappresenta la capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi. Nella vita di tutti i giorni, indica l’abilità di riprendersi velocemente dalle avversità. Perciò, quando sbagliamo qualcosa, non massacriamoci di critiche fino a sentirici la persona più inutile del pianeta. È molto più utile fare ciò che dobbiamo assumendoci le nostre responsabilità e dando il massimo per rimediare.» (http://d.repubblica.it/attualita/2013/11/27/news/come_lavorare_felici_chade-meng_tan-1907057/)

No

Donne divise. Tra lavoro, figli, genitori anziani. E magari ex-marito. Col tempo che non basta mai, consumato tra casa di riposo e cura della casa e familiari e compiti dei figli da correggere. Dimenticando quasi di tirare il fiato, con le ore di sonno al minimo sindacale. Perché i maschi di casa collaborano per modo di dire.

Attenzione: solo per esperti

«Ricordiamoci del verdetto della cultura consumistica: gli individui che si accontentano di avere un insieme finito di bisogni, che agiscono solo in base a ciò di cui pensano di avere bisogno e non cercano mai nuovi bisogni che potrebbero suscitare un piacevole desiderio di soddisfazione sono consumatori difettosi, vale a dire il tipo di emarginati sociali specifici della società dei consumatori. La minaccia e la paura dell’ostracismo e dell’esclusione aleggiano anche su chi è soddisfatto dell’identità che possiede e su chi si accontenta di ciò che i suoi “altri che contano” lo portano a essere. La cultura consumistica è contrassegnata dalla costante pressione a essere qualcun altro».
(Z. Bauman, Se la vita diventa consumo, da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/07/se-la-vita-diventa-consumo.html)

Quando presento il mio articolo?

L’articolo si rende comune alla redazione quando è stato controllato sotto vari punti di vista:

  • Adeguatezza: l’articolo ha una lunghezza max di 3000-3500 caratteri; cita le fonti; ha un titolo appropriato;
  • Contenuto: il contenuto è pertinente – ovvero, non ha parti ‘fuori tema’ –, è coerente, significativo, con informazioni ampie e precise;
    • Organizzazione: l’articolo ha un’articolazione chiara, con un suo inizio, uno sviluppo, una conclusione; è equilibrato fra le parti; è ben legato fra le diverse frasi e le diverse sequenze;
  • Stile: le scelte lessicali e sintattiche sono appropriate ed efficaci;
  • Correttezza: nell’ortografia, nella morfosintassi, nella punteggiatura.

prof.ssa C. Pettenà, da vari manuali in uso, in  primis  C. Giunta – A. Mezzadrelli, “Cuori intelligenti”, DeA Scuola 2016