I giovani del XXI secolo tra sms, social network e videogiochi
di DIONISIE BOLDURESCU
Il ventunesimo secolo è devastato dalla tecnologia. Tutta la nostra società ha posto le sue radici sullo sviluppo di questi strumenti elettronici, come il cellulare o il computer, divenuti ormai indispensabili ai nostri giorni, ma con effetti “poco benefici”. L’uomo si è adattato a un nuovo stile di vita che va contro il suo istinto naturale.
Nel corso della storia le persone hanno impegnato la propria vita per il progresso nella speranza di lasciare un qualcosa alle generazioni future, un segno della propria esistenza. Un’idea, un modo di pensare che è cambiato nel tempo ed è cambiato radicalmente nel nostro secolo.
<< Noi siamo consumatori>>. Questa è la famosa frase che cita il personaggio Tyler Durden nel film ‘Fight Club’. Una produzione non convenzionale, che ha affrontato in modo originale la questione del senso della vita per l’uomo del XXI secolo e come l’uomo, con il passare del tempo, vada incontro ad una “lenta morte”, perché catturato da una ragnatela invisibile, dalla morsa dei nuovi “valori” della società. <<Le cose che possiedi alla fine finiscono per possederti>>. Una frase, tratta dal film, che indica la propensione dell’uomo, ma anche dei giovani, all’acquisto. Un miliardo di persone si è trasformato in un organismo che può essere definito un consumatore compulsivo, a causa del massiccio bombardamento di immagini apparentemente innocenti. Ad esserne maggiormente colpiti sono i giovani, in quanto più sensibili e ancora alla ricerca di una loro identità. Molte pubblicità “innocue” si nascondono dietro a numerosi test, che coinvolgono l’”ignaro consumatore”, oppure si basano sulle tracce, che ognuno di noi lascia nel web, al fine di rendere più efficienti i messaggi e “colpire” il destinatario.
Secondo un’indagine della SIP (Società Italiana di Pediatria) sulle abitudini e gli stili di vita degli adolescenti, i teenager trascorrono da tre a quattro ore al giorno davanti allo schermo. I giovani non fanno sport e la colpa è legata al tempo trascorso attaccati ai display, tra videogiochi e cellulari. Rimanendo chiusi in casa e seduti per ore si va incontro a problemi non solo fisiologici, ma anche psicologici, come la depressione. Infatti, secondo varie ricerche, i ragazzi si incontrano sempre di meno fuori, preferendo la comunicazione mediante il cellulare. Questi comportamenti non portano solo a dimenticarsi del mondo reale, ma anche ad una emarginazione sociale. Molti ragazzi si nascondono dietro uno schermo e fra loro chi è depresso pensa di trovare una soluzione, un po’ di pace nei videogiochi, mancando la comunicazione con i genitori. Immedesimarsi troppo nei videogiochi influenza il nostro stile di vita e la nostra vita, oltre che il modo di relazionarci con gli altri e abitua troppo spesso alla violenza, sia pur virtuale.
Come affrontare questo problema? Come risolvere gli effetti negativi delle tecnologie? Ci si pongono molte domande e le risposte certe sono ben poche. Secondo Antonio Correra, Consigliere nazionale SIP, per riavvicinare gli adolescenti all’attività fisica e sportiva occorre offrire loro nuovi stimoli. Stimoli che sono andati perduti, perché ottenere le cose è diventato fin troppo facile, perché i genitori provvedono a tutto senza che il figlio provi a conquistarsi qualcosa con la fatica e con il sudore. Chiaramente questo trascorrere il tempo davanti al computer comporta anche pigrizia e la pigrizia comporta mancanza di volontà e scarsa voglia di mettersi in gioco. Bisogna vivere, bisogna parlare con le persone faccia a faccia perché parlare “via messaggi” non è comunicare e se non si comunica si è persi in una società ostile che ti sopprime, se non si oppone resistenza. La vita è là fuori, a pochi passi. Passare ogni giorno seduti sul divano significa uccidere se stessi lentamente. La vita è breve e va vissuta pienamente: ogni secondo trascorso davanti allo schermo significa lasciare morire momenti della propria vita, che non si potranno mai più recuperare.
<<Che cosa vuoi fare? Tornare al tuo lavoro schifoso? Alla tua vita monotona dove passi ore davanti alla televisione a guardare cose inutili? Vuoi tornare lì, eh? Prenditi delle responsabilità !>> Nel finale del film questa è l’ultima domanda che pone Tyler. La nostra vita sta passando secondo dopo secondo e noi non la sfruttiamo. Bisogna viverla la vita e non avere rancori quando giungerà la nostra fine.
E noi cosa vogliamo fare? Passare un’esistenza davanti ad uno schermo?