Il nostro angolo

RITORNANO AL FRANCHETTI GLI EX STUDENTI DELLA III B CLASSICO DELL’A.S. 1973-1974

La nostra scuola ha avuto il piacere di accogliere un gruppo di ex studenti: si tratta della ex IIIB classico, che ha fatto gli esami di maturità nel lontano 1974! Ecco a voi l’intervista.

Nel corso della mattinata di sabato 6 aprile, sono arrivati nella nostra scuola gli ex studenti della classe IIIB indirizzo classico, diplomatisi nel 1974, per poter finalmente scattare una foto davanti alla loro vecchia scuola. In cortile, l’attuale VB classico ha avuto modo di incontrarli e noi della Redazione abbiamo colto l’occasione per far loro un’intervista.

“Come siete riusciti a mettervi in contatto dopo 50 anni?”

Mi hanno risposto che è stato grazie ad un gruppo whatsapp e a social come Facebook, tuttavia non tutti sono riusciti a ritrovarsi: qualcuno si è perso per strada o i rapporti si sono interrotti subito dopo la maturità, ma la maggior parte di loro è riuscita a riunirsi. Il fatto che la classe non si sia ricomposta interamente, raccontano, è stato anche in parte perché a fare la  maturità erano in ben 35, in quanto erano stati accorpati ad altre classi nel corso degli anni, quindi possiamo ben immaginare quanto questa reunion sia stata difficile. 

“Qual è il ricordo più bello che conservate degli anni passati a scuola?”

Tutti hanno affermato convinti che sia stata la compagnia, i giorni che hanno trascorso con i compagni e che ancora ricordano con grandissima spensieratezza e dolcezza.  Spero di poter dire anche io lo stesso una volta diplomata, credo infatti che il liceo sia una delle tappe più importanti e fondamentali, non solo del proprio percorso di studi, ma della vita tutta. E’ un’esperienza che, insomma, ci segna tutti, credo, più in positivo che in negativo.

Vedere questo gruppo di signori e signore, di nonni e di nonne che guardano il Franchetti con occhi colmi di gioia e nostalgia, nonostante gli anni di fatiche e sforzi, mi fa credere ancora di più nel potere che la scuola ha e gli insegnamenti che ci lascia per sempre.

“Gli studi umanistici e l’indirizzo scelto hanno in qualche modo guidato e condizionato le vostre scelte professionali?”

Hanno risposto che ormai erano quasi tutti in pensione, che molti di loro erano diventati insegnanti di lettere e che altri, una volta concluso il liceo, avevano preso strade completamente differenti. C’è chi è diventato astronomo e altri che hanno scelto una facoltà scientifica e hanno raccontato di aver fatto molta fatica all’inizio con matematica e scienze, ma poi gli studi umanistici hanno loro dato comunque un solido metodo di studio e un’apertura mentale che li ha sostenuti negli esami futuri.

“Qual è il consiglio che dareste a noi studenti e alle generazioni di questa scuola?” 

“Studiate” hanno detto, perché è solo con lo studio che è possibile guadagnarsi un mondo più equo e diventare persone migliori. Non possiamo dissentire.

“Ai vostri tempi che ruolo aveva la politica all’interno della scuola?”

Infatti sappiamo che gli anni ’70 sono stati un periodo di grandi manifestazioni studentesche di protesta, spesso contro un’ideologia conservatrice e post-fascista. Hanno raccontato che si affacciavano dalla finestra e vedevano masse di gente protestare per una scuola pubblica, un lavoro dignitoso, una vita, un futuro migliori senza guerre. In cambio, loro mi hanno chiesto quale fosse invece il nostro atteggiamento nei confronti dell’attualità e la politica; purtroppo credo di averli in parte delusi, in quanto la maggior parte della nostra generazione non parla più di cosa succede nel mondo e purtroppo la politica è considerata da molti “roba da vecchi” o inutile, forse anche perché la classe politica genera sfiducia nei cittadini, come sembra dimostrare il forte astensionismo.

Quello che mi è rimasto nel cuore dopo aver fatto la conoscenza di queste bellissime persone è stato l’amore che mi sembrava poter ancora leggere nei loro occhi: nonostante tutte le difficoltà e ostacoli che la scuola possa aver loro messo davanti, ripensano ad essa come un luogo di  crescita e tappa fondamentale della vita, cosa non scontata, e ritengono lo studio la miglior àncora di salvezza che la nostra generazione, noi giovani, possiamo usare per sperare di salvarci dall’ignoranza che purtroppo popola il nostro mondo adesso.

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