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Apprendisti Ciceroni – Il Franchetti diventa un “museo” con le giornate del FAI di Primavera

Di Aurora Zardetto, Giada Cannava, Marta Simone (1Acl)

 

Avete mai visto una scuola diventare un museo? Chi di voi ha mai provato la brezza di condurre da sé una vera e propria visita guidata con dei visitatori in carne e ossa? Questo è quello che abbiamo sperimentato in prima persona ricoprendo il ruolo di guide turistiche per due giorni… e nella nostra stessa scuola per di più! Chi avrebbe mai pensato che una scuola potesse essere molto di più che un luogo dove gli studenti trascorrono ogni giorno sei ore seduti ai loro banchi? Se volete scoprirne di più allora questo è l’articolo che fa per voi.

 

Sabato 25 e domenica 26 marzo si sono svolte le Giornate FAI di Primavera. Si tratta di un evento dedicato a far conoscere meglio il patrimonio culturale e paesaggistico italiano, soprattutto luoghi solitamente non accessibili o poco noti, i cosiddetti “luoghi del cuore”, aprendoli al pubblico. La nostra scuola quest’anno è stata una di questi. Il liceo Raimondo Franchetti, infatti, è stato costruito durante il regime fascista e in quanto tale è un edificio storico che presenta delle caratteristiche tipiche di quel periodo rimaste solamente in poche altre strutture. 

Noi studenti delle classi 1A classico e 3D linguistico abbiamo partecipato al progetto PCTO di classe “Apprendisti Ciceroni” coadiuvato dalla Delegazione FAI di Venezia che permette a noi giovani di seguire un percorso formativo per diventare dei veri e propri “Ciceroni”. Abbiamo quindi organizzato una visita guidata divisa in tappe per mostrare la scuola da un punto di vista diverso dal solito. Dall’architettura dell’edificio, attraverso le trasformazioni subite nel corso degli anni fino ad arrivare al legame con la città di Mestre e alla biografia della persona di cui porta il nome, abbiamo scovato ogni più interessante particolare con lo scopo di spiegare il simbolo che per tutti è stato il nostro liceo.

Per prepararci al meglio a questa visita abbiamo cercato di ricavare per ogni argomento quante più informazioni possibili dai libri e dai documenti presenti nella storica biblioteca d’istituto. Oltre ad un lavoro individuale svolto a casa, abbiamo anche lavorato in gruppi, dividendoci le parti e collaborando nella stesura dei discorsi. Questo ci ha permesso di legare maggiormente come gruppo classe e sostenerci a vicenda in questa nuova esperienza. Il FAI ci ha messo a disposizione anche un corso di formazione online che ci ha suggerito quali comportamenti adottare nel corso della visita. Infine, in vista delle prove generali con Carla Panfido e la capo delegazione Francesca Barbini, abbiamo impiegato dei pomeriggi per esercitarci con la presenza dei professori che ci hanno aiutato ad acquisire maggiore sicurezza nell’esposizione.

Con nostra grande sorpresa durante queste giornate c’è stato un enorme afflusso di persone che si sono dimostrate molto interessate e incuriosite dal progetto. Gente di ogni età e generazione ha seguito la nostra esposizione riempendoci di domande e chiedendoci di approfondire alcune tematiche. Ancora più sorprendente è stato scoprire che molti dei presenti fossero ex-studenti emozionati all’idea di rientrare da quel portone e rivivere i momenti passati. Avendo trascorso gran parte della loro adolescenza tra queste mura, ci hanno rivelato alcuni aneddoti interessanti di cui non eravamo a conoscenza. Ci siamo anche divertiti a condividere con loro vecchie foto raccolte da noi nelle quali hanno avuto la possibilità di rivedersi da ragazzi. Inoltre, è stato un momento di ritrovo nel quale ex-compagni di classe si sono potuti ritrovare finalmente dopo tanti anni e scattare delle foto davanti alla scalinata d’ingresso. Una delle cose più belle è stata vedere così tante persone legate a questa scuola commuoversi anche al semplice ricordo del marciapiede davanti al cancello affollato dagli studenti la mattina.

Per noi questo progetto è stato innanzitutto un’esperienza importante per il nostro percorso sia scolastico che formativo, un’occasione per metterci alla prova affrontando le nostre ansie e paure, ma anche una grande soddisfazione dato che, nonostante le iniziali difficoltà, siamo riusciti a portare a termine l’obiettivo con un riscontro più che positivo. In un primo momento, infatti, non è stato facile parlare davanti a tutte quelle persone e alcuni di noi non sono riusciti a trattenere la forte emozione. Col sostegno però dei compagni e l’incoraggiamento anche dei visitatori stessi, alla fine siamo riusciti ad acquisire maggior controllo riuscendo a concludere con successo l’itinerario. 

Grazie a questa esperienza abbiamo avuto modo di osservare da un altro punto di vista le mura che tutti i giorni ci ospitano e soprattutto siamo stati in grado di offrire una visione alternativa anche a tutti quegli ex studenti che hanno partecipato alle visite e come noi erano abituati a vedere l’edificio con la sola funzione di ambiente scolastico. Noi stessi i giorni immediatamente successivi entrando a scuola come di norma ci siamo però fermati ad osservare i vari punti toccati durante le visite. In conclusione, si può perciò dire che ESISTE UN PRIMA E UN DOPO LE GIORNATE DI PRIMAVERA DEL FAI!

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