“Che ansia! Ho paura! Non ce la farò mai! Aiuto!” questi pensieri saranno rimbalzati nella nostra testa almeno un centinaio di volte quella mattina quando, entrati in classe, attendavamo l’inizio dell’ ECCEL-LUDIAMO di latino. Già questo titolo pomposo infondeva un po’ di paura, senza poi aggiungere i buoni auspici da parte di amici, parenti e professori che aumentavano solamente il panico.
Poi il foglio è arrivato: le mani che tremano, il cuore a mille, quasi stessimo sulle montagne russe. Per un momento sembra di aver dimenticato tutto, la mente troppo piena o troppo vuota, ma comunque troppo.
Allora inizi a darti da fare. Parola dopo parola, riga dopo riga, pian piano tutto inizia a combaciare: la storia prende forma, le azioni hanno un senso, le parole che prima erano quasi indecifrabili ora sussurrano storie di tempi remoti. È un continuo sali e scendi tra i dubbi e le incertezze e la scorrevolezza di frasi d’autore trovate nel dizionario, un continuo sali e scendi di emozioni contrastanti: la gioia di aver quasi finito contro il timore di aver tralasciato qualcosa.
Suona la campanella. Il giro è finito. Sollievo.
Pensieri che si accavallano: l’adrenalina iniziale lascia il posto alla stanchezza che, dopo essere stati sotto pressione per tre ore, dilaga nel nostro corpo; subentra la soddisfazione per esserci messi in gioco e aver superato una nuova prova; infine il godimento, tanto godimento, a cui si accosta lentamente il timore di deludere le aspettative su noi riposte.
Tutto sommato, questa esperienza si è rivelata positiva per noi, se non di più: una nuova sfida; un obiettivo comune; la nostra scalata verso il nostro kleos come eccellenze proclamate per imposizione, acclamate da tutti: così laudate nos cum magnitudine magnificientiaque!
Scherzi a parte, siamo felici e orgogliosi di poter dire «Abbiamo partecipato ai “ludini”». E come dicevano i buoni e vecchi latini: AD MAIORA SEMPER!
Andrea Maurin, Anna Stefanello, Maria Chiara Cerni, Margherita Fonte.