Intercultura Interviste

Gli stage linguistici della terza lingua: giapponese

Bentornati in questa nuova edizione del giornalino d’istituto!

L’innovazione più attesa di quest’anno scolastico per le quinte del liceo linguistico è rappresentata di certo dagli stage linguistici riguardanti le terze lingue, ovvero russo, cinese e giapponese.

Ma che cosa sono gli stage linguistici e qual è il loro scopo?

Si tratta di viaggi che combinano lo studio della lingua e l’immersione culturale; questi percorsi permettono agli studenti di migliorare l’uso della lingua e di conoscere da vicino la vita e le tradizioni dei paesi coinvolti.

A novembre, le studentesse del quinto anno di russo sono partite per Riga (Lettonia), gli studenti di cinese per Pechino (Cina) quelli di giapponese per Kyoto (Giappone).

Queste sono le domande che abbiamo posto a Sara Ballarin della classe 5°cl, che frequenta il corso di giapponese:

  1. Dove hai svolto lo stage e per quanto tempo?
    Siamo partiti da Venezia l’8 novembre per arrivare a Kyoto il 9 e siamo tornati il 23. Il viaggio è durato due settimane.
  2. Come si svolgeva la tua giornata tipo? C’erano particolari regole o abitudini da rispettare durante lo stage?
    Le giornate si svolgevano in maniera molto semplice: durante la settimana avevamo, o alla mattina o al pomeriggio, 3 ore di scuola e poi, a seconda delle lezioni, avevamo delle attività culturali da svolgere, come visitare i vari templi, oppure dei laboratori come la creazione del goshuin, un libretto per conservare i timbri dei templi che avremmo visitato.
    Terminate le attività o le lezioni, di solito ci rimaneva un’ora e mezza in cui i professori ci lasciavano liberi per fare shopping. Ad un certo orario dovevamo rientrare a casa.
    Oltre alle solite regole di qualsiasi gita scolastica, come ad esempio non bere alcolici, dovevamo avvisare i professori di ogni nostro spostamento e comunicare sempre quando rientravamo a casa.
  3. E’ stato difficile comunicare con la famiglia ospitante?
    La famiglia che mi ha ospitato era composta da una madre di 63 anni, che a causa del suo lavoro non riuscivamo a vedere spesso, e dalla nonna ultraottantenne con cui stavamo maggiormente, la quale purtroppo non sapeva l’inglese, dunque all’inizio è stato abbastanza complicato comunicare con lei, però piano piano siamo riuscite a parlare abbastanza tranquillamente.
  4. Trovi che questa esperienza abbia migliorato le tue competenze linguistiche?
    Sicuramente questa esperienza mi ha permesso di migliorare significativamente le competenze linguistiche grazie all’immersione totale nella lingua. Interagendo quotidianamente con madrelingua in contesti reali, ho affinato la comprensione, arricchito il vocabolario e acquisito un po’ più di sicurezza nell’esprimermi.
  5. Questo viaggio ha soddisfatto le tue aspettative o pensi che ci sia qualcosa da migliorare?
    Il viaggio, tra la scuola, le gite e i vari laboratori, è stato veramente fantastico e penso che non cambierei quasi nulla. Il laboratorio più bello secondo me è stato quello della fabbricazione dei goshuin, di cui ho parlato prima, e anche l’esperienza con un samurai, in occasione della quale abbiamo potuto provare ad usare una katana (la spada tipica del samurai).
    L’unica cosa che non mi ha soddisfatta è stata la gita ad Osaka. Purtroppo quella giornata, a mio parere, non è stata organizzata bene poiché la maggior parte del tempo lo abbiamo perso per gli spostamenti da una parte all’altra e a causa di ciò non siamo riusciti a vedere il castello di Osaka, se non da fuori.
    A parte quella parentesi è stato tutto veramente fantastico e organizzato bene.