Cari lettori, ecco un’idea per un film entusiasmante e un’occasione per riflettere sui grandi temi del passato e della contemporaneità.
Il cinema è una parte fondamentale nel mondo dell’intrattenimento e in questi ultimi mesi sono usciti vari film interessanti. Personalmente sono rimasta molto colpita da un film uscito per la prima volta al cinema il 21 novembre del 2024 Napoli/New York.
All’apparenza è il tipico film che parla di immigrati italiani che, spinti dalla povertà e dalla disperazione, arrivano in America, ma in realtà è molto più di questo.
Non per niente il regista è Gabriele Salvatores, regista italiano di film famosi quali Puerto escondido, Happy family e Mediteranneo.
Dalla prima scena si capisce subito la bravura dell’attrice protagonista, Dea Lanzaro, perché colpisce subito la faccia quasi apatica di una bambina, per nulla scossa, che spunta dalle rovine di una palazzina a pezzi, quasi a sottolineare come il vedere davanti ai propri occhi la morte ogni giorno ci porti a normalizzarla e quasi ad assuefarci al dolore. Infatti Celestina – così si chiama la bambina – ha già perso i genitori sotto i bombardamenti e dopo l’esplosione della sua palazzina e la morte di sua zia non sembra troppo turbata o triste. Semplicemente si alza e se ne va.
Qui entra in scena un ragazzino dodicenne, Carmine, amico di Celestina e futuro compagno di peripezie. Insieme iniziano a darsi da fare per guadagnare abbastanza per vivere alla giornata.
Durante uno di questi espedienti Carmine viene truffato da un americano, e durante la serata cerca di recuperare i soldi da sé dalla nave statunitense attraccata lì vicino. Porta con sé Celestina, la quale, mentre l’amico si avventura sulla nave, decide di lasciare Napoli per andare alla ricerca della sorella Agnese, quindi spinge via la barca con cui sono arrivati e s’imbarca per lasciarsi alle spalle una Napoli distrutta. La nave in poco tempo salpa e, anche se viene ispezionata da cima a fondo dal Commissario Garofalo, i ragazzini passano inizialmente inosservati…
Colpisce molto la scena in cui Carmine con una brocca d’acqua attraversa il piano della nave dei ricchi turisti statunitensi, emblema dell’American dream, per arrivare a quella degli affaticati ma gioviali immigrati italiani: nel passaggio i colori cambiano drasticamente da accesi e luminosi a smorti e scuri. Questo episodio sta a sottolineare una scelta scenica e grafica molto ben pensata, che colpisce, anche visivamente, lo spettatore.
Arrivati clandestinamente in America, i due si cacciano spesso nei guai finché non si separano. Si susseguono scene sempre più drammatiche, in cui Carmine cerca Celestina, mentre quest’ultima vaga per i quartieri di New York, a sua volta alla ricerca di sua sorella, della quale non ha più notizie, ma che presto sarà al centro di un processo, divenuto un vero e proprio caso mediatico.
La stessa figura di Celestina, in preda alla disperazione per la sorte della sorella, viene subito strumentalizzata dai media per condizionare le imminenti elezioni. Ma non ci sono solo lati negativi: anche il movimento femminista si attiverà per perorare la causa di Agnese.
Senza spoilerare troppo, una menzione particolare merita la scena del processo, in cui l’avvocato, un italo-americano, sottolinea in una memorabile arringa i pregiudizi nei confronti degli italiani, accusati di essere criminali, di assalire le donne, di rubare il lavoro ai cittadini americani…
Sembra familiare, no?
Infatti il razzismo e le discriminazioni che gli italiani subirono in passato sono molto simili ai pregiudizi che alcune persone oggigiorno nutrono nei confronti di chi arriva da altri paesi. Questo ci apre gli occhi sul fatto che ci stiamo macchiando dello stesso odio che ha colpito gli italiani dalla fine dell’Ottocento, costretti dalla povertà a emigrare in massa verso gli Stati Uniti e i Paesi dell’America Latina, dove venivano impiegati come manodopera nella nascente industria.
Napoli/New York è adatto a chi desidera vedere un film commovente narrato sulla falsariga di una favola a lieto fine.