I rappresentanti del liceo scientifico Giordano Bruno, Pierpaolo Novello e Marco Blu Rossi, sono due studenti del quinto anno che si sono messi in gioco al fine di migliorare la nostra scuola.
L’elezione è avvenuta il giorno 30 ottobre tra la prima e la seconda ora e il risultato delle votazioni è stato pubblicato in circolare il giorno seguente.
Essi hanno come obiettivo riunificare le due sedi (Giordano Bruno e Raimondo Franchetti) in modo da permettere una migliore comunicazione tra gli studenti dei vari indirizzi. Intendono anche garantire un dialogo tra la dirigenza e le esigenze degli studenti e si impegneranno a rendere la scuola un luogo dove poter imparare e praticare nuove esperienze.
A breve si potranno notare i primi frutti del loro lavoro, di cui ci hanno parlato nell’intervista che mi hanno concesso.
Perché si è candidato?
Pierpaolo: “Mi sono candidato perché, avendo già un anno di esperienza nel campo della rappresentanza d’istituto, sento di essere più preparato e di conseguenza poter portare più novità agli studenti di questa scuola”.
Marco Blu: “Come ho detto all’assemblea, nel corso degli anni ho visto molte persone candidarsi senza rendersi conto dell’impegno che questa carica comporta. Così mi sono posto la sfida di fare concretamente qualcosa per gli altri. Per me fare il rappresentante non significa tanto essere presente nei social, quanto gestire tutti gli aspetti che stanno dietro ad una buona organizzazione”.
Quali migliorie vorrebbe portare alla scuola (anche rispetto agli anni passati)?
P/M: “Stiamo già lavorando a molti progetti, alcuni dei quali di più lunga elaborazione. I primi, di cui si potranno vedere a breve i risultati, sono un rinnovamento della grafica dell’abbigliamento di istituto e la programmazione di un calendario per ricorrenze e feste in collaborazione con la scuola. Tra gli altri progetti, alcuni sono in attesa di risposta e di altri è ancora prematuro parlarne. Possiamo accennare che stiamo organizzando degli incontri con ospiti speciali durante le assemblee di istituto, inoltre stiamo lavorando su progetti che si terranno in orario pomeridiano e su nuovi tornei sportivi”.
Cosa ne pensa della scuola? Per lei è ancora un’istituzione importante?
P: “Diciamo che il mio rapporto con la scuola non è mai stato uno dei migliori, non sono uno studente modello, mi piace solo mettermi in gioco e spero quest’anno di riuscire a contribuire a rendere la scuola il motivo per cui alzarsi la mattina non solo perché si è obbligati, ma perché si trova un posto di esperienza positive che ti aiutano a crescere ed a migliorare come persona. Penso che la scuola abbia ancora un ruolo fondamentale, ma penso sia necessario rivedere alcune cose.”
In qualità di rappresentante di istituto come si sente?
P: “Sono molto contento di essere stato rieletto, non mi aspettavo così tanti voti, vuol dire che nonostante le difficoltà dell’anno scorso, i ragazzi hanno ancora fiducia in me, questo è il mio ultimo anno, voglio passarlo al meglio con tutti”.
Avete un modello/un mentore che vi ispira?
P: “Ho un mentore, sono affascinato da Benigni, aspiro ad essere come lui, ma non in senso lavorativo o di popolarità, sono innamorato della persona che è, sempre sorridente, vivace e forte. Vorrei avere un carattere simile al suo, che rende felice chi gli sta attorno, avere quella capacità di far scaturire nelle persone emozioni, trasmettendo vitalità, energia e voglia di mettersi in gioco; essere quel tipo di persona che nei momenti più difficili si rimbocca le maniche e inizia a lavorare il doppio, forse anche il triplo.. È questo un po’ il mio modello di vita.”
Vedete il vostro futuro nella politica?
P: “Sinceramente ci ho pensato molto e Scienze politiche è una tra le tante opzioni che ho in mente una volta finito il liceo, in questo momento però non vedo in me un futuro politico”.
Cosa le piace del Bruno-Franchetti? Cosa pensa dell’altra sede?
P: “Penso che il Bruno-Franchetti sia una delle scuole più ambite della zona, non sono solo io a dirlo, l’Eduscopio, progetto che valuta e stila una classifica delle migliori scuole delle regioni in base a quali sono i migliori licei che preparano per l’università, ha messo il nostro liceo per due anni di fila al primo posto. Sono molto felice di questa scuola che è in continuo cambiamento, sempre pronta a rimanere al passo con i tempi.
Per quanto riguarda la sede Franchetti è entrata nelle mie grazie dall’anno scorso. Mi sono bastate due assemblee e già avevo fatto nuove amicizie. Essendo una scuola più piccola rispetto al Bruno, si è creata una sorta di grande famiglia dove tutti si conoscono e nessuno rimane escluso. Ho notato come mi hanno accolto a braccia aperte le prime volte che sono arrivato, facendomi sentire già parte di questa grande famiglia. Devo la maggior parte di questa ricandidatura a loro che, per quelle poche volte che ci vediamo, mi hanno fatto sentire sempre molto apprezzato”.
M: “Del Bruno-Franchetti posso dire che ciò che preferisco è il rapporto che c’è tra ragazzi, generalmente le persone sono amichevoli e di piacevole compagnia. Del Franchetti purtroppo non posso dire molto perché non l’ho mai vissuto da alunno, forse la cosa che preferisco sono le aule, generalmente molto più grandi di quelle della sede Bruno.”
Che cosa pensate in merito all’accusa che è spesso rivolta alla nostra generazione di essere disimpegnata e senza valori?
M: “Riguardo tale accusa, posso dire che in parte condivido, anche se non la attribuirei alla mancanza di valori, ma più che altro alla mancanza di coraggio nell’esprimere le proprie idee. Quello che ho notato nella mia esperienza è che ogni persona, se guardata da vicino, offre un mondo interiore molto vasto e profondo. Quindi la mancanza grave non sono i valori, bensì il coraggio di esprimere questa ricchezza interiore, spesso per paura del giudizio altrui”.
P: “Sono in totale disaccordo. Non dico che non esistano ragazzi disimpegnati e senza valori, ma posso affermare che con questa accusa viene limitata la nostra generazione che al suo interno contiene una grande varietà di gruppi sociali, alcuni dei quali hanno valori ben precisi e sono disposti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi”.
Secondo voi, l’istituto “Bruno-Franchetti” è ‘unito’ o c’è una certa rivalità/divisione tra i diversi indirizzi?
P: “Secondo me l’istituto Bruno-Franchetti è molto unito, è un po’ un gioco tra noi ragazzi quello di vantarsi della propria sede ritenendola migliore dell’altra, ma sono convinto che non ci sia mai cattiveria in questo”.
M: “Purtroppo l’istituto non è così unito. Le persone tendono spesso a cercare un sentimento di superiorità per emarginare problemi di insicurezza e questo nel mondo scolastico è molto evidente. Bene o male ogni indirizzo si sente superiore agli altri e questo di certo non aiuta ‘l’unione’, anche se ciò non esclude di certo la possibilità di continuare a lottare per l’abbattimento di queste inutili divisioni.
Quale pensate possa essere la maggiore difficoltà che incontrerete nello svolgere il vostro ruolo di rappresentanti?
P: “La mia più grande paura è quella di vedere poca attività da parte degli studenti, poca voglia di mettersi in gioco sulle proposte che verranno fatte in futuro.”
M: “La maggiore difficoltà del rappresentante è riuscire a dare sempre il massimo per non deludere coloro che hanno creduto in lui”.
Qual è stato il momento più critico della vostra carriera di rappresentante?
P: “Il momento più critico è stata la cogestione del Bruno. Come sapete, l’anno scorso ero l’unico rappresentante della sede Bruno e per cause di forza maggiore abbiamo dovuto far combaciare il giorno di cogestione al Bruno con quello dell’autogestione al Franchetti. Quel giorno è stata veramente dura, per quanto potesse essere tutto ben organizzato avevo paura mi fosse sfuggito qualcosa tra tornei, partite e tempistica. Ero molto agitato ma per fortuna molti studenti della scuola mi hanno aiutato a gestire tutti i tornei sia nella palestra al Bruno che nella palestra del parco Bissuola. Sono molto contento di quella giornata perché anche i professori hanno notato gli sforzi fatti per far funzionare al meglio questa giornata, complimentandosi con me e con il gruppo di organizzatori che avevamo creato”.