Margherita Parisi, V B classico
Ricorda per sempre il cinque novembre del 1605, quando un uomo chiamato Guy Fawkes cercò di far saltare in aria il Parlamento inglese per porre fine alla monarchia Stuart. Il complotto venne scoperto; lui venne catturato e condannato a morte. Da quel giorno, in Inghilterra il governo ha stabilito che in quella data, il cinque novembre, si bruci un pupazzo di Fawkes per festeggiare l’avvenimento.
La storia la scrivono i vincitori, e quindi Fawkes, un uomo rivoluzionario, mosso da un sentimento patriottico e da un coraggio indelebili, è diventato il cattivo. V per vendetta, di cui (in parte) parleremo oggi, tratta anche di questo: dell’essere umano che in sé non vale nulla, e di cui si deve valutare non il suo essere un essere umano, ma le sue idee, il suo pensiero. Anche per questo bisogna insegnare a ricordare le idee, non gli uomini che le portavano avanti. Gli uomini possono fallire, muoiono e tradiscono. Ma le idee sono immortali: quando un uomo muore, lo fa mettendo da parte se stesso per un ideale, entrando nella storia. Le idee sono potenti; per le idee si muore e si uccide. Esse però sono intoccabili, non provano dolore e non amano. A volte, qualcuno si infatua delle idee e qualcun’altro si innamora dell’uomo che le porta.
V per vendetta si svolge in una realtà post-apocalittica. Una guerra nucleare ha sconvolto il mondo, gli Stati Uniti sono collassati e infuria la guerra civile. Quando tutto sembra perduto, dalle ceneri di un distrutto Regno Unito nasce un partito, che dà vita ad uno stato poliziesco in cui la popolazione non ha più libertà e il popolo è dilaniato da una martellante propaganda. Cinque sono gli organi della dittatura: il dito, ossia la polizia che colpisce; l’occhio che, in modo quasi orwelliano, controlla tutti con l’ausilio di telecamere; l’orecchio, che spia i cittadini; il naso, ossia la polizia che scova i criminali, e infine la voce, fautrice della propaganda perpetuata durante tutto il giorno e la notte.
Eva è una ragazza di circa sedici anni, che è costretta a prostituirsi per guadagnare. Viene scoperta dal ‘dito’; degli agenti cercano di violentarla. Arriva però un uomo con la maschera di Guy Fawkes che uccide gli agenti e la salva. Lei, nel ringraziarlo, gli chiede chi lui sia e lui risponde che non si può chiedere ad un uomo mascherato chi egli sia, perché una volta che si è indossata una maschera non si è più nulla di ciò che si era prima di indossarla; quindi, lui è la sua maschera.
V a questo punto si imbarca in un discorso molto poetico e drammatico, pieno di parole che iniziano per v, nel quale si dichiara un protettore della vittima, della vox populi vessata dal governo di parassiti, contro i quali l’unica vendetta è vendicarsi.
La scena successiva si apre con il parlamento in fiamme che V ha fatto esplodere. Il governo inizia subito una manipolazione mediatica annunciando che il palazzo lo hanno demolito loro. Il capo di questa dittatura è Adam Sultler, riferimento chiaro ad Adolf Hitler, ma anche a Margaret Thatcher, fautrice di uno dei governo più odiati nella storia dell’Inghilterra.
La televisione il giorno dopo viene intercettata da V che educatamente entra in scena con un: “Buonasera Londra…” ed inizia un lungo discorso nel quale afferma che questa festa, il cinque novembre, dovrebbe scuotere le coscienze, come quando qualcuno muore; invece viene festaggiata perché è dimenticato quello per cui Guy Fawkes ha lottato. Oramai è ricordato solo l’uomo che fu Fawkes, e non cosa pensasse, cosa dicesse, chi fosse.
V ci insegna che il popolo spesso dà il potere in mano ad un uomo che sembra forte, rassicurante, che sembra ponga fine al caos, che porti ordine; il forte che trovi gli avversari del popolo, che trovi un capro espiatorio, e sono spesso individui considerati alla stregua di animali, e per questo è giustificato fare loro cose che si farebbero solo ad animali. Tutto questo in cambio del silenzioso consenso, della libertà e del diritto ad autodeterminarsi.
Eva, dopo che V ha distrutto il parlamento, gli chiede se ritiene che questo gesto renderà l’Inghilterra un paese migliore.
V spiega che il palazzo è un simbolo e, così come l’atto di distruggerlo, non significa nulla di per sé. Sono gli uomini a dargli significato: se un uomo da solo distrugge un palazzo non cambia nulla; ma se dietro a quel singolo individuo ci sono mille uomini quella esplosione cambia il mondo. Con quel gesto V invita gli Inglesi a seguirlo nella sua battaglia, inviando anche a casa di ognuno una maschera di Guy Fawkes. Quando le persone scoprono che dietro la maschera possono fare ogni cosa vogliano, scendono nelle strade di Londra e si ribellano a chi li opprimeva, avendo come modello V, non un nome, né un volto, ma un ideale, fino alla morte.