Si è appena conclusa la prima esperienza di mobilità internazionale dell’istituto Bruno-Franchetti in Turchia. Sabato 28/10/23 cinque alunne dell’Istituto Bruno-Franchetti, accompagnate dalle docenti Giuseppina Carestiato e Anna Darin, sono rientrate da Eskisehir, Anatolia, Turchia dopo aver trascorso una settimana ospitate dalle famiglie delle alunne della scuola “Anadolu Lisesi”. Durante il soggiorno tutti i partecipanti hanno preso parte ad attività organizzate dalle responsabili del progetto sia per conoscere meglio la cultura e le tradizioni del Paese ospitante, sia per approfondire il tema delle energie rinnovabili e della sostenibilità. Il progetto stesso, infatti, si chiama Erasmus+ R.E.S.P.E.C.T., cioè l’acronimo di REuse Sustain ProtECT.
Appena arrivate, le studentesse hanno visitato la scuola ospitante per conoscere il sistema scolastico turco e socializzare con gli studenti; sono stati organizzati dei giochi ed è stato loto offerto un pranzo tipico con tutte le specialità dolci e salate cucinate dalle famiglie ospitanti.
Successivamente hanno svolto un tour conoscitivo della città di Eskisehir con la visita al Little Prince Museum, all’ Odunpazarı (la città antica), l’Aquarium, il Sazova Park e il centro della città. In questo tour sono state accompagnate anche da abitanti di Eskisehir che hanno raccontato la storia, le tradizioni e la cultura della loro città e del loro paese.
Nei giorni successivi hanno visitato l’ITC Integrated Solid Waste Disposal and Energy Production Center che coopera con la Eskişehir Metropolitan Municipality, ovvero il centro di raccolta dei rifiuti dove vengono selezionati e lavorati in impianti specializzati. Il rifiuto secco – dopo essere stato vagliato e stabilizzato nelle biocelle – diventa combustibile solido secondario dal quale si ricava energia elettrica: si tratta di un ciclo virtuoso che permette di recuperare energia dagli stessi rifiuti. Hanno visitato anche il Solar Power Plant di Eskişehir dove si produce energia rinnovabile dai pannelli solari.
Infine, un altro giorno, sono state alla Renewable Energy Research Home (RERH), situata nell’Eskisehir Technical University˙ Iki Eylül Campus dove il professor Ümmühan Başaran Filikvisto ha spiegato il funzionamento dei pannelli solari. Nella seconda parte della mattinata, invece, hanno incontrato alcuni studenti universitari di ingegneria dell’ESTÜ Solar Team che progettano e costruiscono automobili “solar-powered” e “hydrogen-electric” che hanno già partecipano a prestigiose competizioni automobilistiche a livello internazionale.
Questa esperienza di mobilità è stata apprezzata dalle studentesse coinvolte per due ragioni: in primo luogo hanno approfondito in prima persona il tema della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili, acquisendo maggior consapevolezza sull’importanza di assumere comportamenti più etici e sostenibili nella vita quotidiana; secondariamente, questa esperienza di mobilità ha offerto loro una reale occasione di socializzazione e conoscenza di una cultura in parte simile ma anche molto diversa dalla nostra.
Così ci hanno raccontano la loro esperienza:
Alessia:
“L’esperienza in Turchia è stata fantastica. abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere cinque giorni immersi nella cultura turca, grazie alle famiglie che ci hanno ospitato trattandoci come dei figli. Abbiamo trovato solo persone dolcissime e disponibili, pronte a farci scoprire la cultura turca a tutto tondo. Nell’immaginario comune italiano la Turchia appare sempre come parte di un mondo distante ma, in meno di una settimana, ho potuto constatare che i nostri Paesi sono molto più simili di quanto si pensi. La Turchia è un Paese molto interessante da scoprire ed esplorare, specialmente se si ha l’opportunità di farlo con dei propri coetanei del luogo. Inoltre, tramite diverse attività condotte da esperti, abbiamo avuto modo di approfondire il tema dell’energia rinnovabile e capire più da vicino la sua importanza e come poterla sfruttare al meglio”.
Chiara:
“Posso tranquillamente definire lo scambio in Turchia come l’esperienza più bella che io abbia mai fatto fino ad ora. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere a fondo un Paese che è afflitto purtroppo da grandi pregiudizi. Sono infatti rimasta sorpresa come tra la Turchia e l’Italia non intercorrano grandi differenze. Le persone locali sono estremamente ospitali e gentili: la mia famiglia ospitante (soprattutto la madre) si è impegnata affinché io potessi vivere a pieno l’esperienza nel loro Paese. Si sono assicurati che io venissi a contatto con ogni aspetto della loro cultura; tra i sapori forti dei piatti tipici e i piccoli gesti tradizionali che caratterizzano la loro cultura non saprei scegliere che cosa mi abbia arricchito di più. Vorrei inoltre soffermarmi sull’utilità del tema che abbiamo affrontato nel corso del progetto Erasmus che abbiamo affrontato: l’energia rinnovabile e lo spreco di energia. Le insegnanti turche avevano organizzato attività condotte da esperti che ci hanno fatto aprire gli occhi e istruito su questa problematica quantomai attuale”.
Alessia:
“Il viaggio in Turchia è stato uno dei più belli di tutta la mia vita. Vivendo in famiglia ho avuto modo di immergermi veramente nella loro cultura e nelle loro tradizioni. Ho trovato un Paese aperto mentalmente, abitato da persone desiderose e volenterose di conoscermi veramente. È uno Stato unico, che per alcuni aspetti appare molto simile all’Occidente; per altri, invece, si mantiene ancorato ai propri costumi. Bisogna infine ricordare che, al contrario di quello che pensiamo noi europei, la Turchia è uno stato musulmano, ma non arabo; con gli stati arabi ha solamente in comune la religione, non la cultura, che è un aspetto completamente diverso. Consiglio a tutti di andare in Turchia, almeno una volta nella vita, e di viverla fino in fondo.
Per quanto riguarda l’energia, penso che questo progetto sia stato utile a comprendere meglio e approfondire il concetto di energia rinnovabile, in particolare quella solare e quella generata dai rifiuti. Credo che confrontarsi con gli esperti e con i compagni, sia italiani che turchi, sia stato fondamentale per sviluppare un pensiero critico e una propria personale idea sul tema”.
Maya:
“Ora hai una famiglia anche qua in Turchia” è stata la frase che la mia famiglia ospitante mi ha detto l’ultimo giorno. Non potrei descrivere le persone che ho incontrato se non come ospitali, gentili, aperte e disponibili. L’esperienza mi ha permesso di avvicinarmi ad un mondo a me poco conosciuto e oggetto ancora di moltissimi pregiudizi. Vivendo a stretto contatto con la realtà turca, in una sola settimana mi sono resa conto di quanto, per certi aspetti, sia una cultura simile e quanto invece, per altri aspetti, la Turchia conservi una propria identità, caratterizzata da costumi, usi e tradizioni proprie a cui le famiglie ospitanti hanno cercato di avvicinarci e farci conoscere. L’esperienza è stata inoltre un’occasione per approfondire il tema dell’energia rinnovabile anche attraverso visite a centrali energetiche e stazioni di pannelli solari. Mi sento più che appagata e felice di quest’esperienza, non solo dal punto di vista didattico ma anche da quello culturale e sociale, sia per l’arricchimento personale che ne è conseguito sia per le amicizie che ho stretto con i miei coetanei turchi ed italiani”.
Margherita:
“Fare uno scambio con un Paese che può sembra culturalmente molto distante dall’Italia può spaventare; quasi tutte le persone a cui dicevo che sarei andata in Turchia mi guardavano con un misto di stupore e di perplessità, come se non capissero il motivo della scelta, ma io ero convinta che sarebbe stata una bellissima esperienza e ne ho avuto la conferma andandoci. L’accoglienza della famiglia da cui ero ospitata è incomparabile, pur essendoci difficoltà nella comunicazione mi hanno cercato di trasmettermi tutto il loro affetto, usando Google traduttore, preparando per me i loro piatti tipici a mano e in molti altri modi.
Tutti, ragazzi e professori, ci tenevano a mostrarci la loro cultura, per esempio due ragazzi ci hanno suonato e cantato delle canzoni tradizionali e, quando capitava di sentirle per strada o in un negozio, le ragazze si mettevano a ballare. Quando si è immersi completamente in un’altra cultura, quelle differenze, che spaventavano prima della partenza, svaniscono improvvisamente.
Il lavoro che abbiamo fatto sul tema dell’energia è stato molto interessante: abbiamo avuto modo sia di approfondire, a livello teorico, il tema della sostenibilità ambientale presso l’università di Eskişehir, sia di vederli applicati in pratica visitando un campo fotovoltaico ed un centro di conversione dei rifiuti in energia.
Consiglio a tutti di fare un’esperienza di questo tipo in quanto è stata formativa sia per le conoscenze apprese, ma anche, soprattutto, come arricchimento culturale”.