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WAFLE: una scommessa vinta

Wafle non sono i biscotti belgi (quelli si scrivono con con due f), ma una scommessa (stra) vinta. Perché, quando ci venne proposto in classe il progetto, più di qualcuno abbozzò un sorriso, che divenne presto una risata vera e propria dopo che io e pochi altri coraggiosi decidemmo che vi avremmo preso parte. Lincertezza della novità? La scomodità delluscire dalla propria confort zone? L’originalità della proposta? Eppure, ora mi accingo a scrivere delle righe su una delle settimane più piene e divertenti che abbia mai vissuto. E, vi dirò di più, avrei così tante cose da dire, così tanti momenti da condividere, nuovi amici da presentarvi, che non saprei da dove iniziare e come organizzare questo breve resoconto… Mi tocca, inevitabilmente, tagliare tanto; ho deciso, quindi, di raccontare un momento per giorno, seguendo un ordine cronologico.

Prima di iniziare, però, forse è il caso di dare delle coordinate al progetto. Il Wafle è un progetto Erasmus+ che ha previsto la collaborazione di ragazzi turchi, portoghesi, spagnoli ed italiani attorno al tema dellacqua, del suo utilizzo e del suo spreco: in ogni paese, si creavano dei gruppi di lavoro per fare delle ricerche su dei temi precisi (la waterfootprint di alcuni settori industriali) unendo ragazzi di diverse delegazioni. Ogni studente poteva scegliere una tappa, nella quale sarebbe stato ospitato; in casa, invece, avrebbe ospitato. Io sono andato in Spagna, a lavorare sullimpronta idrica dellagricoltura. La città dove stavo insieme ai miei compagni è Algeciras: un insediamento di 120mila persone ca., che può contare su uno dei porti più grandi dEuropa (il sesto; ed il più grande della Spagna) e che si trova in Andalusia, in provincia di Cadice, proprio di fronte a Gibilterra.

Domenica, noi italiani siamo stati gli ultimi ad arrivare: il nostro volo è atterrato a Malaga in serata e siamo arrivati ad Algeciras sulle 21.30. Ad accoglierci cerano, ovviamente, i ragazzi che ci avrebbero ospitato, che conoscevamo già perché a marzo eravamo stati noi ad ospitarli in Italia. Quindi, eravamo già amici, ma non ci vedevamo da sei mesi: scesi dal furgone, ci siamo tutti abbracciati con un calore tipicamente spagnolo (superiore!).

Lunedì, conosciuti anche i ragazzi delle altre nazionalità, abbiamo avuto un simpatico pomeriggio di giochi e chiacchiere in spiaggia e, soprattutto, prima di cena (che prima delle 22/22.30 in Spagna non è servita) una gloriosissima partita a calcetto, giocata rigorosamente con la maglia della nostra Nazionale.

Martedì è stata una giornata di visite. La mattina, dopo aver visitato una delle cantine più importanti della regione, Gonzalez Byass, abbiamo assistito ad una Exhibicion ecuestre, ovvero uno spettacolo di danza dei cavalli presso lAccademia Reale di equitazione: una delle cose più spagnole che potessimo vivere.

Mercoledì siamo stati accolti presso il Municipio di Algeciras, precisamente nellAula dove si riunisce il consiglio comunale, la stessa in cui nel 1912 si tenne una delle conferenze più importanti di geopolitica dellepoca, che sventò (sfortunatamente solo per qualche anno) lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Giovedì ci siamo recati in unazienda agricola che utilizza prevalentemente prodotti e tecniche biologici, lantica cantina Gonzales – Byass di Jerez de la Frontera; per quanto non ce ne intendessimo molto di agricoltura, abbiamo visto e capito varie ottime soluzioni per produrre in maniera rispettosa dellecosistema.

Venerdì c’è stata la restituzione finale degli elaborati: chi con un video, chi con una presentazione, abbiamo raccontato le ricerche che avevamo fatto nei giorni precedenti. Ma la cosa più soddisfacente in assoluto è stata aver avuto loccasione di ballare sul palco della scuola con tutte le spagnole il flamenco: un sogno!

Sabato…tanta tristezza. Arricchita, però, dalla consapevolezza di aver trascorso una settimana meravigliosa: tra il divertimento, larricchimento, la difficoltà’ di lavorare in un team variegato per abitudini e metodi di studio e lavoro completamente diversi.

In conclusione? Viaggiate!! Gettatevi nelle altre culture, per poter tornare a casa con una consapevolezza diversa, con una mente più elastica, aperta al dialogo e al diverso.