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Winter is coming – intervista alla preside

Intervista di Margherita Fonte alla Preside Prof.ssa Michela Michieletto
in data 29 ottobre.

Gentile Preside, La ringrazio per la possibilità di questa intervista. Vorrei farLe qualche domanda sulla crisi energetica degli ultimi mesi e come questa vada ad impattare sul mondo della scuola. Potrebbe esporre, anche brevemente, che cosa prevede la normativa sul risparmio energetico con riguardo alle scuole ed in particolare il c.d.  Decreto Riscaldamento 2022-23?

“Sulle scuole, purtroppo non c’è molto. Essendo un Ministero pubblico, la Presidenza del Consiglio dei Ministri come dipartimento della Funzione Pubblica ha mandato a tutti i Ministeri di sua competenza un documento intitolato Dieci azioni per il risparmio energetico e l’uso intelligente e razionale dell’energia nella Pubblica Amministrazione, dove vengono esposti dei consigli per il risparmio energetico. Questo documento non viene inviato direttamente alle scuole ma passa attraverso la mediazione del Ministero dell’Istruzione, che poi dirama agli uffici scolastici regionali i documenti provenienti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In particolare, nel punto n. 4 si richiede da parte delle scuole una collaborazione per una campagna di comunicazione e sensibilizzazione che coinvolga gli studenti a partire dalle scuole secondarie di primo grado. Noi come scuola abbiamo inserito all’interno della programmazione già dagli anni scorsi delle iniziative tematiche, che portino a riflettere sul nuovo comportamento da adottare per la situazione in cui ci troviamo. Altra questione interessante è che l’ENEA (ndr. Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) offre percorsi di alternanza scuola-lavoro, anche se più rivolti verso i laureandi. Fondamentalmente, siamo tenuti a sensibilizzare e responsabilizzare voi studenti sul risparmio energetico. Per quanto riguarda, invece, il mio ruolo di dirigente scolastico come datore di lavoro, sono tenuta a fornire delle indicazioni al personale scolastico in termini di maggiore controllo per il risparmio energetico, come ad esempio tenere per quanto possibile le luci spente. […]
Il riscaldamento, d’altra parte, essendo centralizzato, non dipende da noi, bensì dall’ente regionale proprietario dell’impianto, che accenderà il sistema quando arriveranno nuove comunicazioni.” 

Secondo Lei, la nostra scuola è attrezzata per questa emergenza? Esiste un piano operativo per affrontare i prossimi mesi invernali? Il recente restauro che il Franchetti ha subito negli ultimi due anni avrà un impatto positivo sul risparmio energetico? E se sì, in che misura?

Qui il discorso si allarga ulteriormente. Vi sono stati interventi strutturali molto importanti prima al Bruno e successivamente al Franchetti e da questo punto di vista dobbiamo ritenerci fortunati rispetto ad altre scuole. Purtroppo la situazione non è uguale in tutta Italia: ho letto recentemente del crollo dell’aula Magna dell’Università di Cagliari poco dopo l’uscita dei ragazzi da lezione. Parliamo di edifici universitari che tutelano il futuro del Paese sprovvisti totalmente della sicurezza per coloro che li frequentano e in cui lavorano quotidianamente.
Forse bisognerebbe ripensare la struttura degli edifici scolastici, volti, se non all’autosufficienza, alla sostenibilità vera e propria. Nella mia carriera precedente all’arrivo al Bruno-Franchetti, ho diretto un istituto comprensivo, progettato e costruito in termini di sostenibilità con strutture in legno, pochissimo utilizzo del cemento e la predisposizione per l’impianto di pannelli solari, anche se non li hanno mai messi; quindi, anche le scuole più innovative dal punto di vista della concezione alla fine continuano a non essere utilizzate alla loro piena potenza. […]

Sono già stati fatti dei piani per contrastare la crisi energetica? Se sì, ce li potrebbe esporre? Si è parlato anche di una “settimana più corta”: può essere una concreta possibilità?

Il Ministro uscente Bianchi ha tenuto a precisare che non ha mai parlato di settimana corta da imporre. Ci sono state scuole, anche qui vicino come il liceo Berto di Mogliano, che in assoluta autonomia, dopo aver ottenuto il parere favorevole del collegio dei docenti e la delibera del Consiglio d’Istituto,  hanno ridotto la settimana scolastica a cinque giorni. Altre scuole del territorio, come il liceo Morin e Guggenheim, autonomamente avevano deciso già da un paio di anni di introdurre la settimana di cinque giorni. 

[…] Qualche anno prima che arrivassi in questa scuola era stato fatto un sondaggio tra gli studenti, i quali avevano confermato nella stragrande maggioranza la preferenza per i sei giorni scolastici e ciò è normale dato che molti studenti hanno la sesta ora per i vari potenziamenti, altri vengono da lontano, altri ancora hanno giustamente degli impegni pomeridiani e tutti quanti dovete studiare molto. Se si aumentasse la frequenza, alcuni studenti dovrebbero uscire alle tre del pomeriggio e ciò comporterebbe molti disagi nel ritorno a casa, nell’assunzione dei pasti (non avendo una mensa, la scuola non sarebbe in grado di offrire una pausa pranzo), nell’organizzazione dello studio… Però se la situazione energetica diventasse tale da imporre sacrifici importanti, la scuola certamente non potrebbe venire esonerata, ma fintanto che non vi è al momento questa urgenza e rimane nella facoltà degli organi collegiali, è logico che noi manterremo i sei giorni, anche perché il risparmio potrebbe non essere così significativo.

Ritiene giusto che le misure volte al risparmio energetico dovuto alla c.d. ‘crisi del gas’ vadano applicate anche alla scuola? Non sarebbe opportuno un’equiparazione della Scuola a quegli uffici pubblici come RSA, asili, edifici atti a rappresentanza diplomatica, saune e piscine già esentati dall’obbligo del risparmio energetico? 

Posto che tutti noi dobbiamo diventare responsabili in tutta una serie di piccoli gesti quotidiani, per me la scuola deve avere una corsia preferenziale, anche se rimango dell’idea che, se la situazione diventerà insostenibile, la scuola sarà pronta a fare la sua parte. Certo, non possiamo pretendere che i bambini dell’infanzia abbiano lo stesso trattamento dei ragazzi, quasi adulti ormai, del liceo, perché non sarebbe giusto. Ma la scuola va salvaguardata per il benessere di tutti anche in fatto di comodità: un conto è studiare in una situazione normale, un altro è, invece, farlo con un cappotto addosso. La scuola è sempre stata pronta a fare sacrifici con grande senso di responsabilità e sempre lo sarà, ma è giusto anche dare delle priorità.” 

Nelle prossime settimane entrerà in carica il nuovo governo di centrodestra guidato probabilmente dall’On. Giorgia Meloni: Lei cosa si aspetta dal nuovo Esecutivo per quanto riguarda la crisi energetica e la scuola?

“Indipendentemente dal colore del governo, come amministratore di una cosa pubblica, quale io sono, mi aspetto che il nuovo Governo prenda in seria considerazione la situazione della scuola e della crisi energetica. Noi siamo stati fortunati ad aver avuto interventi strutturali così incisivi in ambo i plessi, ma in Italia ci sono realtà di vera crisi: ci sono edifici che hanno bisogno di un intervento immediato anche per la sicurezza degli studenti stessi. Quello che mi aspetto, quindi, è questo: trovare delle soluzioni per le criticità sparse nel Paese. Sarebbe importante, per esempio, se il governo promuovesse l’installazione di pannelli solari nelle scuole, in modo tale da poter immagazzinare energia senza dover ricorrere e consumare il bagaglio energetico messo a disposizione dallo Stato. Se si risparmiasse intelligentemente sugli edifici pubblici, si potrebbero avere ricadute economiche positive su tutta la comunità. Mi aspetto, quindi, un finanziamento da parte dello Stato alle scuole per la messa in sicurezza degli edifici, ma anche per un rinnovamento al passo coi tempi in termini di sostenibilità. Dopotutto, laddove vi è un contesto sereno, i risultati dei ragazzi sono molto alti, mentre calano dove il contesto sociale, e con questo termine intendo anche lo studio in edifici non in sicurezza, non è affatto tranquillo e sereno.

Io non chiedo al nuovo Governo cambiamenti epocali sul sistema e la didattica, ma per me uno Stato è chiamato ad assicurare scuole efficaci, sicure ed inclusive in tutto il territorio, perché, se ciò non fosse, gli studenti non possono esprimere le loro massime capacità anche in termini di risultati ed i docenti non riescono ad espletare il loro servizio al massimo.

Un Governo lungimirante deve investire nell’istruzione perché è il nostro futuro, il futuro di tutti.”

La nostra Dirigente Scolastica Michela Michieletto